il cantore che non si volle fare Maestro

Quando il povero Hans Sachs si pone il drammatico interrogativo a proposito di quel Probelied di Walter” nessuna regola vi si avvertiva eppure non c’era errore lì dentro” si rifà al pensiero di Nietzche nella Fröhliche Wessenscahft (La gaia Scienza)..tutto quello che oggi fa è ben fatto e con tutte le regole : eppure ne ha una cattiva coscienza….. infatti il suo compito è quello che esce dalla regola…..

Wagner sentiva fortemente il suo compito di provocatore e si ritrova il suo pensiero nell’affermazione di Beckmesser : il Merker bizzoso e testardo che esclama “ minaccia sempre vergogna e decadenza all’arte se si corre dietro al gusto del popolo!”.. e i Maestri unanimi : Oho , il popolo , si sarebbe bella!

 

Arte e artigianato : la regola e la fantasia , solo attraverso la frattura arriva il nuovo e di nuovo Nietzche ( anche a proposito del nazionalismo tedesco)…. queste cose devono essere intese artisticamente , non dogmaticamente.

 

Il Lied amoroso di Walther viene respinto : è roba profana per noi dice il fornaio Kohtner , che vada a cantare con gli uccelli che gli avevano insegnato le regole del canto, insinua Beckmesser e Sachs spiega a Walther : la vostra canzone li ha spaventati .

 

Ma Sachs , l’indiscusso maestro della Regola non è esente dal Wahn …quella follia che ritrova nel profumo dei lillà,quella follia in cui si ripensa quel giovane che avrebbe voluto essere anche lui libero dai dogmi e riconosce nel cantastorie venuto da lontano qualcosa di sé ormai perduto nel tempo.

 

Ho cominciato il mio pezzo sui Meistersinger della Bayerischestaatsoper con queste citazioni per cercare di analizzare alcuni punti ,oserei dire, di criticità in un mare dilagante di entusiasmo.

 

Tutto quei pensieri che ho cercato di condensare all’inizio della mia riflessione ci sono tutti nella perfetta e addirittura esaltante direzione musicale di Kiril Petrenko.

Già nell’attacco della sinfonia siamo in una situazione di felicità musicale completa , mai avevo sentito mille particolari della partitura che esalta ogni passaggio , si ha persino l’impressione che si tratti di qualcosa che assomigli a una colonna sonora per quanto ogni particolare viene valorizzato dalla prezosa bacchetta del maestro.

La compagnia di canto , nella sua complessità è totalmente omogenea a dimostrazione dell’altissima qualità della compagine del Teatro di Stato della Baviera

Dirò di più , sembra impossibile pensare voci diverse da quelle ascoltate in questa messinscena , ma c’è un piccolo ma nel mio discorso e riguarda la divertente regia di        David Bösch, perfetta nei particolari , piena di ritmo e di attenzione ad ogni minimo atteggiamento di tutti i cantanti in scena , ma…perchè ogni tanto ripensavo alla deliziosa messinscena di due anni fa a Salisburgo o perché avevo la nostalgia di rivedere tutti gli stendardi di vecchi gloriosi allestimenti ..in calzamaglia?

 

E’presto detto , per fare tanto di nuovo ad un certo punto si è perso quel filo che resta nella musica , ma che nella parte alta del palcoscenico si perde nelle mille allegre trovate che fanno correre veloci le cinque ore abbondanti dello spettacolo ma che fanno smarrire a questi Maestri bavaresi impoveriti al punto di abitare in tristissime case popolari infesate da bande di casseurs raccontati in una luce illividita il senso wagneriano della ricerca del bello che si ribalta dalle rigide regole delle Tabulatur nel canto libero del cantore venuto da lontano.

 

Un momento musicalmente magico , uno fra tanti è l’esecuzione del quintetto alla fine della prima scena del terzo atto: Selig, wie die sonne una pagina chiusa inusuale nell’autore diretta elegantemente e cantata dai cinque le cui voci si rincorrono idealmente sono un punto musicale altissimo nell’intera opera.

Cito questa magia proprio perché non sembri che l’unica a uscire non soddisfatta dal teatro sia stata io , quando la percezione che qualcosa si sia persa per strada persone musicalmente più addentro al testo wagneriano lo hanno capito e scritto anche prima di me.

 

Si ride molto in questo spettacolo ,le gags si inseguono con deliziosa precisione e si ha la netta impressione che pure i cantanti si stiano divertendo mentre cantano.

Diciamo che si tratta di uno spettacolo felice , in cui tutti sono toccati dalla grazia a cominciare ovviamente dal perfetto Sachs di Wolfgang Koch , la cui conoscenza della parte lo rende di una naturalezza invidiabile, si vede che il calzolaio è suo già da dentro e non da oggi, il suo perdersi nel profumo dei lillà che tanto wagnerianamente accenna un forte eco del Tristano è pagina di rara maestria.

 

Ovviamente chi nuota come un pesce nel suo personaggio è Jonas Kaufmann , è talmente lui Walter Von Stolzing, il Good Knigth della Tshirt , da domandarsi dove finisca il personaggio e dove cominci l’uomo vero.

Il suo canto perfetto , la sua capacità di rendere in maniera liederistica le sublimi arie del cavaliere francone ne fanno un capolavoro nel capolavoro e allora mi domando se c’era bisogno di fargli fumare tre sigarette e di preparasi una equivoca cartina che per carità ci sta nel personaggio e che ha suscitato la mia ammirazione per la cura con cui si prepara quella fumata ( lui che credo non abbia mai toccato una sigaretta in vita sua ) dimostando una manualità davvero eccezionale .

Anche quella sua uscita di scena plateale, dopo avere fracassato il busto del buon Wagner ci sta , ma era necessario calcare così la mano?

 

Del bravissimo e zelante Merker di Markus Eike tutto il bene possibile . L’eccellente baritono il suo ruolo ingrato è riuscito a renderlo sicuramente molto umano e addirittura , notata una certa sua somiglianza con George Clooney, all’inizio dell’opera non quella macchietta stereotipata di molte altre rappresentazioni, ma anche qui mi domando : era necessaria quella sua drammatica fine in scena ?

Certe volte penso che la comicità non sia congeniale all’animo tedesco , loro riescono meglio nel grottesco e la dimostrazione la si ha nell’ultima scena quando , per la paura di rigurgiti nazisti che sicuramente non potevano appartenere a Wagner , (che aveva altri latini da stigmatizzare con i suoi problemi relativi al fiasco parigino del Tahnnauser ) qui si fa addirittura vomitare il povero Davidino ,del quale mi piace sottolineare la stupenda e limpida voce di Benjamin Brun, nella famosa coppa dei campioni.

 

Proseguo citando la deliziosa Eva di Sara Jakubian , forse anche lei un pò sacrificata nel momento del suo lirico tentativo di seduzione del povero Sachs , che non a caso dopo la rissa ha pure perduto due lettere dell’insegna ed è diventato simbolicamente Ach !

 

Anche l’altra donna del racconto , quella Lena matura e calda che circonda di ogni delizia il suo apprendista è stata resa in maniera perfetta da Okka Von Damerau , una voce che avevo già sentita qui a Monaco e che sicuramente merita una doverosa attenzione.

Ma sono tutti bravissimi : il Pogner di Cristof Fischesser , il tenero fornaio Kotner straconservatore Maestro di Eike Wilm Schulte , una vecchia gloria del teatro qui particolarmente e affettuosamente applaudito .

E poi tutti gli altri , tutti curati nei particolari per accentuarne le differenze e per renderli più veri del vero , fino allo straordinario e spaventato Nachtwächter di Hermann Ortel, un guardiano notturno cacciato da una banda,molto sconcertante e problematica di PDK….

 

Allora i miei fedeli e affezionati lettori mi potranno domandare : perché ogni tanto pensavi ai vecchi allestimenti , perché se hai anche te riso alle divertenti trovate del regista fai ancora la saputa e cerchi il pelo nell’uovo .

La mia risposta è in quelle note che ho messo all’inizio della mia riflessione , non mi basta raccontare la trama , dire quanto lo spettacolo era divertente e Jonas bello come il sole .

Io amo Wagner e qualcosa del suo capolavoro è andato perduto nella ricerca dichiarata di farne uno spettacolo facile , mentre i Meistersinger von Nürnberg uno spettacolo semplice proprio non lo sono e Petrenko sta lì a dimostrarlo.

In ogno modo ho già prenotato altre due repliche a luglio….

 

 

 

 

 

 

24 thoughts on “il cantore che non si volle fare Maestro

  1. Grazie per il tuo commento, non vedo l’ora al 31 luglio il live stream, ringraziamenti ancora cara Adriana

    • La mia stavolta e’ stata una critica piu ‘ ragionata , mi aspetto strali dalle grupie ..ma forse non lo capiscono

  2. Grazie di cuore dello splendido commento
    Spero di farcela a trovare i biglietti per ottobre ultima data
    Intanto ho già sognato…
    Elisa

    • Ho saputo che esiste una specie di bourse karten …Laura Fontana se ne e ‘ servita….

  3. Ma, cara, quello che sarebbe successo si era gia’ capito da tempo quando ci hanno fatto vedere la preview su youtube. La faccia di David Boesch e la preoccupazione negli occhi e nella barba di Jonas non annunciavano niente di buono, che qualcosa o molto di Wagner si sarebbe perso era una tragedia annunciata. Mai avrei pensato invece che la riuscita sarebbe stata cosi’ felice, un bel successo nonostante la perdita.

    • Veramente uno spettacolo interessante , ma il pubblico beota mi ha tanto infastidito che ho cercato di spiegarlo a costo di sembrare un po’ snob..le kafmaniane non si sono accorte che lui faceva se stesso , anche se cantava da dio……le sue arie diventavano lieder di Schubert , mai sentite cosi’…..

  4. Ma tu sei sempre un po’ snob, be’ che c’e’ di male? Essere snob e’ un lusso che qualcuno si puo’ permettere ed altri no. Bisogna avere un fondamento al proprio snobismo, bisogna documentarlo con i fatti ed i fatti sonola tua scrittura, le tue citazioni, il tuoamore per il”bello”. Inoltre sono felice che tu abbia rivalutato le doti sia canore che fisiche del nostro. Mi avevi un po’ preoccupata con qualche apprezzamento (snob) fatto di recente, poiche’ io ti credo ciecamente e non essendo mai venuta a constatare da vicino, avevo pensato ad una certa…..decadenza che non voglio assolutamente accettare. Il nostro cantore deve allietarci ancora per molto tempo e deve continuare a cantare se stesso che sia Hofmann o Otello, non importa, sara’ sempre lui, speriamo.

    • Snobberia a parte la …decadenza , o meglio il cambio di coloratura nella voce c’e , come c’e un certo appesantimento fisico…..e non ho vuluto scrivere di una piccola deffaillance durante lo spettacolo. Ovviamente siamo tutti umani !

  5. Grazie per lo splendido commento. Ma attenzione: perché non godersi questa bellissima occasione musicale, così, pensando prima di tutto che è una grazia di dio ( o di chi per lui ), ognuno di noi prendendo quello che può, o che riesce, che è pur sempre un regalo per chi ama la musica, e chi non ci riesce, peggio per lui. Io ho ‘ visto ‘ la mia prima opera nel 2009 ( naturalmente Carmen Scala ) , dopo anni di sinfonica ( Abbado, altrettanto naturalmente ) e adesso sono quasi in grado di cantare il Preislied di Walter, auf deutsch natürlich! ) Quindi habe dank, carissima, continua i tuoi viaggi canori. Anche per me. Anna

    • Vedere , ascoltare , non fermarsi al ” mi piace” senza riflettere . E’ quello che cerco di fare

  6. Carissima, grazie per lo splendido e colto commento. Come sai, io non sono un’esperta wagneriana, quindi, da profana e poco più che principiante, mi sono goduta quello spettacolo come un meraviglioso regalo fatto proprio alla mia categoria: orchestra superba, per non parlare di Petrenko, cast stratosferico, scenografia estremamente funzionale a una regia deliziosamente kitsch e sopra le righe , frenetica e divertentissima, che, sicuramente, non consente di apprezzare in pieno quelli che sono i temi seri dell’opera (ma, a modo suo, in parte si…), però, dopo cinque ore passate in fretta come bere un bicchiere d’acqua, ti fa uscire con un sorriso da un orecchio all’altro e senza nemmeno il mal di schiena da poltroncina… Anche il suicidio del povero Marker, in tutto quel “casino” finale, io l’ho letto come un colpo di scena da comica finale (scusa la ripetizione) . Lascio da parte due argomenti: Jonas e il modo in cui il regista ha trattato la “sparata” in favore dell’arte tedesca dell’ultimo atto, perché non posso e non voglio approfittare del tuo blog, per le mie elocubrazioni, però grazie per avermi fatto meditare ulteriormente su quel bellissimo spettacolo, che tornerei a vedere molto volentieri…

    • Sai , io ci avevo studiato un po’ soprattutto Una piccola boccata d’ossigeno…
      perche’ la mia mamma me li aveva spiegati tanto bene secoli fa. I maestr Cantori e la mamma era una gran brava maestra. Devo a lei quel poco che capisco di musica e le ho mentalmente dedicato le mie elocubrazioni.

  7. È quello che ho detto io. Ascoltare, sentire ( fühlen ), ognuno come sa e può. La musica è un grande mare e ognuno ha il suo sesto grado, come Messner. Grazie di tutto. Anna

  8. Ho già il libro,solo modifato in italiano,Parsifal l’incantatore.Spero essere capace di capire.
    Ti ringrazio di nuovo;anche mi fai imperare la tua bella lingua.

  9. Adriana, grazie davvero! E’ uno dei tuoi commenti più interessanti, stimolanti ecc. Ci sto pensando da giorni: ho letto il libretto, visto e sentito altre rappresentazioni. Credevo di avere capito che l’argomento “profondo” fosse l’arte, chi è l’artista, se devono prevalere le regole o l’innovazione, se il popolo “può” avere parte nell’orientare il procedere dell’evoluzione artistica. Sachs rappresenta tutta questa riflessione. La storia del cavaliere innamorato, qua un ragazzaccio maleducato (ma come è tenero, chi non si è commossa nel vederlo cantare per Eva e poi arrampicarsi sulla scala per raggiungerla), e tutto il mondo dei cantori, è la “superficie”. Credo che il regista volesse far prevalere questo aspetto e lo ha fatto, abbiamo avuto uno spettacolo scintillante, pieno di tante piccole gag, quasi difficile da seguire perchè si sarebbe dovuto guardare contemporaneamente ogni personaggio. Ho pensato anche che si volesse fugare in anticipo qualsiasi riferimento a ciò che l’opera ha rappresentato, al di là del suo autore e delle sue convinzioni; il regista aveva anticipato che il suo sarebbe stato un allestimento non politico. Però Su Youtube Furtwangler che dirige la sinfonia, sotto le bandiere con le croci uncinate, a me fa ancora impressione. E adoro Furtwangler e Wagner (nel mio piccolo)! Prima volta di Kaufmann dal vivo, sai che la sua voce mi è sembrata più “bella”, così calda e più uniforme (non deve essere la parola giusta) di quando viene microfonata per le riprese. La piccola defaillance l’ho sentita, ma non osavo dirlo. Ma eccezionale, non delude in NESSUN senso. Non vedo l’ora di sentire Siegmund! Grazie!!!!!

    • Non merito tanta attenzione , grazie e a prestissimo ! Salutami il tuo simpatico marito ….

    • La voce di Jonas in effetti non e’ resa bene nelle registrazioni . Hai ragione dal vivo e’ molto piu calda

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