Sulla Medium

Erano gli anni d’oro del festival di Spoleto ed erano anni in cui ci andavo regolarmente e regolarmente evitavo con cura le opere di Giancarlo Menotti.

Non perché non mi piacessero , non le andavo nemmeno a sentire , c’erano tanti altri appuntamenti interessanti e opere e concerti fantastici da ascoltare ! Del  mitico fondatore del Festival dei due mondi apprezzavo tutto , il suo essere riuscito a creare una cosa bellissima nel cuore d’Italia ,la sua presenza elegante in piazza del Duomo , le grandi personalità che era riuscito a coinvolgere .

Ma le sue opere no , quelle le evitavo con cura grazie alla mia abissale ignoranza e presunzione.

Invece la cultura musicale la si acquisisce per gradi e a forza di ascoltare si finisce per arrivare a capirne di più.

Infatti è storia recente la mia scoperta di quanto sia interessante sia musicalmente che come libretto una sua opera che ho avuto il modo di apprezzare grazie ad una recente visione.

La Medium è un’opera interessantissima ,piena di pagine notevoli e la traduzione dall’originale inglese fatta da Fedele D’Amico aggiunge valore all’atmosfera del dramma.

Devo anche aggiungere che una messinscena scarna , direi anche povera e libera dagli effetti che puntavano troppo sul metafisico e sul thriller aggiunge spessore al dramma scarno e perfetto dell’opera. 

Spettacolo tesissimo con pagine musicali di un lirismo rarefatto si alternano a momenti di pathos inquietante , tutto in poco più di un’ora di spettacolo avvincente.

Molto ciò è dovuto alla grande capacità interpretativa di Manuela Custer nel ruolo  del titolo  la cui interpretazione ,tutta in sottrazione , offre agli spettatori la storia nella sua scarrna crudezza. 

Ottima la regia di Cesare Scarton coadiuvato      dalla scena di Michele Della Cioppa e da tutta la squadra di giovani interpreti tra i quali spicca il giovane mimo Toby interpretato da Andrea Sorrentino.