Lavorare stanca

E’ il titolo di una raccolta di poesie di Cesare Pavese e seguitava a girarmi nella testa in questi giorni in cui si parla tanto di revisione delle pensioni nel nostro paese e si continuano a stilare elenchi sempre più larghi di quelli che sono definiti “lavori usuranti”.

Non ho nessun titolo per addentrarmi nelle regole che stabiliscono quando un essere umano abbia il diritto di prendere una pensione ma mi soffermo su questo particolare tipo di agevolazioni . Ovviamente è usurante fare il minatore o il vigile del fuoco , innegabile che lo siano anche tutti quei lavori per i quali è richiesta anche una notevole prestanza fisica , ma come non definire usurante il lavoro di un insegnante costretto a combattere con allievi ancora troppo numerosi e sempre più difficili da contenere sul piano educativo?

Sicuramente è usurante fare il medico in un Pronto soccorso , il fornaio costretto ad alzataccie antelucane e potrei continuare all’infinito.

Forse , ma è solo una ipotesi di studio, si potrebbe considerare lieve il lavoro artistico : dipingere , cantare , suonare , scrivere possono sembrare divertenti solo se non si conosce la fatica che comunque è sempre presente nell’impegno creativo.

Quindi alla fine c’è solo da concludere come diceva il Poeta che  “lavorare stanca “ qualsiasi sia l’impegno assunto durante l’attività lavorativa.

La pensione , legittima e dovuta grazie a quanto si è versato durante la vita per ottenerla ,è però spesso un passaggio intermedio nella vita , conosco tantissime persone che dopo la pensione seguitano a lavorare , ovviamente semmai con meno stress da orario e non conosco molti pensionati seduti ai giardinetti a godersi il sole.

Ovviamente queste sono considerazioni banali di una non-lavoratrice che ha lavorato sempre nella vita perlopiù su base  volontaria : dall’impegno sociale a quello politico fino a quello mai riconosciuto veramente di casalinga , un vero lavoro usurante e frustrante e con molte poche gratificazioni .