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Le cose che non faccio in rete :

Non mando mai mazzi di fiori per gli auguri a chi conosco appena o che mi vengono ricordati dall’argoritmo .Questo per spiegare agli amici virtuali e non la mia mancanza al rito augurale di massa.

Cerco di non intromettermi in polemiche politiche di ogni genere , anche se qualche volta non riesco a fermare il mio impulso toscano alla battuta.

Mi sono accorta che come diceva Massimo Troisi , per me conta quello che dico e non quello che capiscono gli altri. 

Faccio un uso parsimonioso dei Like , se trovate il mio vuol dire che quella cosa lì mi è piaciuta veramente davvero.

Non corro dietro all’invito reiterato di aumentare il numero di amici , si scopre che magari chi ti chiede l’amicizia in realtà non ci abbia neanche pensato a chiedertela .E la solita trappola dell’argoritmo.

Quello che invece faccio regolarmene:

Rispondo sempre a chi mi scrive , su qualunque mezzo . Da What’s Up a Messender fino ai commenti sul blog e sulla mia bacheca.

Accetto , poche in verità, nuove amicizie che magari vengono da tanto lontano . I miei punti d’orgoglio sono le amiche di Vienna , di Riga , della Provenza , di Parigi , della California . Pochi gli uomini , ma sono amici veri e li conosco tutti anche personalmente davvero.

Misterioso mi resta comunque l’uso di Istagram , mi ha spiegato uno dei miei tanti nipoti che in effetti è usato più dai giovani che ..dai meno giovani come me.

Poi ci sono i miei venticinque lettori  che si moltiplicano magicamente ogni volta che metto una foto di JK, meno se il sullodato sta solo nel testo scritto.

Quelli sono amici , diciamo così, vecchia maniera e mi piace seguirne le vite anche attraverso la reciproca storytellin visiva del social.

Ultima cosa : mi devo ricordare di chiudere la pagina prima di morire  ( ma questo lo penso solo la notte , quando il sonno tarda ad arrivare ).

Prima della Walkiria

Certe volte mi sembra di essere come Schreder dei Pinuts quando conta i giorni che lo separano dal compleanno di Beethoven , io infatti conto i giorni che mi separano dal primo atto della Walküre che la prossima settima generosamente il BSO manda in streaming per la gioia di tutti/e gli appassionati di Wagner e perché no , anche di Kaufmann.

Da quel primo atto visto solo in DVD del Met molti altre volte le vicende dei fratelli Welsunghi mi hanno appassionato .

Non è un caso che la Walkiria sia l’opera del Ring più data singolarmente anche in Italia.

Wagner ci mise pochissimo a comporla e se il primo atto è tutto incentrato nella sconvolgente incestuosa storia d’amore accompagnata dalla subilme “Winterstürme wichen dem Wonnemond „ poi nel secondo c’è il bellissimo rapporto tra Brunilde e Wotan nonché la  famigerata Cavalcata delle Walkirie , quella abusata anche cinematograficamente .

E’ un’opera di Wagner che scorre velocissima , ma noi ci accontenteremo di questo ennesimo regalo del teatro , anche solo a metà ,sempre in attesa di sapere se finalmente l’estate ci potrà regalare qualcosa di più importante e tanto atteso.

A proposito di questo scabroso argomento mi piacerebbe ritrovare un piccolo libro ormai fuori commercio , anche se letto e poi scomparso (prestato?) dalla mia libreria.Un piccolo racconto di Thomas Mann intitolato proprio “Sangue welsungo” ed è la storia di due fratelli che turbati ,tornando a casa dopo aver ascoltato l’opera galeotta, si trovano uno nelle braccia dell’altro .Curiosamente Mann racconta una storia che in qualche modo lo toccherà da vicino : due suoi figli furono legati da uno strano rapporto ambiguo : Erika e Klaus furono legati da qualcosa di più di un semplice affetto fraterno , furono complici intellettualmente anche se poi le loro vite infine si separarono.Letteratura e vita sempre intrecciate e in questo caso sublimate dalla straordinaria musica wagneriana.

Improbabilmente imbucata nel  teatro che festeggiava i sessanta anni della ricostruzione ho sentito Kaufmann per la prima volta dal vivo cantare la splendida aria , alle sue spalle René Kollo sorridente .

Due ore di discorsi ufficiali senza praticamente capire una parola , ma quei pochi minuti di emozione mi avevano premiato per la lunga attesa.

Un “Arcano” prezioso

Era il 2015. A Monaco una brutta Aida con Jonas Kaufmann , ma c’era un bravo baritono italiano : Franco Vassallo come Amonasro e io gli avevo chiesto di salutarlo  ( in realtà lo faccio sempre quando sono all’estero e mi piace salutare i cantanti italiani) .

Lui gentilissimo mi incontrò all’uscita , aveva dei fiori in mano e si scusò di non avermi fatto entrare nel backstage , c’era potuta entrare solo sua moglie.

Fu così che scoprìì un gentiluomo gentilissimo e garbato , ebbi poi occasione di spedire a sua moglie le foto che avevamo scattato insieme e che ahimè non mi ritrovo più , mi ricordo però che eravamo molto sorridenti tutt’e due.

In questi giorni si può scoprire attraverso un CD veramente piacevole questo nostro artista impegnato in un  repertorio di arie ottocentesche , l’equivalente di quello che in terra austro-germanica furono i Lieder che tanto amiamo.

Il Cd è intitolano Arcano e contiene arie famose e altre meno note che veramente sono una scoperta per molti di noi che pure il genere lo amiamo .

Anche le foto che accompagnano il disco sono ironicamente garbate e sembrano rifarsi alla pittura dell’epoca.

Spero che questo oggetto musicale abbia il successo che merita , personalmente invito a comprarlo e spero che sia solo l’inizio di una tendenza nuova improntata a riscoprire un nostro patrimonio musicale spesso ignorato anche dagli appassionati della lirica e non solo.

Con i miei complimenti a Franco Vassallo , chissà dove e quando ci reincontreremo , sarà comunque un incontro piacevole.

Progettare

Timidi tentativi di ripartenza : ho ripreso in mano i contratti di viaggio rimasti inevasi dallo scorso anno , sembrano date lontanissime , in realtà è passato un tempo biblico se pensiamo alla pandemia che ha sconvolto il mondo intero.

Ci siamo ancora dentro perché quello che si temeva , cioè che ne venisse colpita anche la parte povera del mondo ha adesso i numeri allucinanti che in Europa speriamo di non vedere più.

Infatti qui cominciamo a sperare  anche perché siamo tutti un po’ vittime di depressione , chi più chi meno manifesta , certo che anche solo l’ipotesi di riprendere in mano i progetti accantonati , di risfogliare le guide , di rivedere i voli che si potranno riprendere e soprattutto la speranza di potere avere quella specie di pass europeo utile per i viaggio “ di non prima necessità!” (come se il volere rientrare in un teatro non fosse per alcuni un vero bene di prima necessità , definizione burocratica che ho sentito ieri sera per la prima volta in televisione), serve per cominciare a sognare .

Progetti quindi , perlopiù a medio- corto raggio, per ricominciare : Napoli , Verona e un avventuroso Trieste-Lubiana .

Resta ancora una incognita importante :Monaco e capisco la serietà del BSO che comunque ha continuato a farci tanti grandi regali con i Montagsstück generosamente elargiti in streaming ormai da un anno.

Il particolare “ pesante “ che un  anno perso alla mia età pesi come un macigno cerco di non considerarlo troppo , tanto non mi sarebbe comunque utile piangerci sopra .

Sono ancona viva e “ vacinada” come canta quel genio di Checco Zalone.

E allora andiamo avanti , per ora a progettare. 

Calendimaggio

E’  arrivato maggio , in Italia rallentano le restrizioni e speriamo di non dovere richiudere tutto quando verso la metà del mese sapremo se queste parziali e molto contestate riaperture saranno confermate o se ancora i guai non sono finiti.

I teatri timidamente riaprono , ma con programmazioni ridotte , vedremo se sarà possibile ricominciare a sperare in una programmazione musicale completa .

In Germania per ora tutto tace , hanno un momento di recrudescenza della pandemia , io aspetto con timida ansia le notizie del BSO che arriveranno verso la fine del mese .

Comincio a fare programmi e a stampare qualche biglietto futuro : perfino la stampante sembrava avere perso la memoria di come si fa … ci ha messo venti muniti per ripartire correttamente.

La programmazione all’aperto ha qualche vantaggio , fa meno paura sia agli organizzatori che agli artisti con dovranno esibirsi ,  intanto però sia in Spagna che in Grecia hanno già allentato le restrizioni , per fortuna così un po’ di artisti possono lavorare.

Il mio blog tace , o meglio mi mancano le occasioni per parlare del motivo per cui è nato e inutilmente l’argoritmo mi sollecita a scrivere !

Non posso soltanto parlare ancora e ancora del Parsifal di Vienna , lo risento continuamente e devo dire che ad ogni nuova visione mi si aprono ulteriori motivi di conferma per ciò che avevo scritto a caldo .

Poteva sembrare all’inizio che ci fossero troppe forzature , ma leggendo bene tra le righe si possono capire tanti atteggiamenti deliranti di Amfortas in chiave psicanalitica e la lunga tragica colpa di Kundry non è così lontana dal senso di colpa di molti peccatori anche oggi.

Notizie (off record) parlano di un nuovo CD in preparazione a Roma , altri preparano nuove tournée future , per quei pochi nomi famosi credo che il problema non si ponga neppure , forse le vere vittime siamo noi spettatori relegati davanti agli schermi casalinghi senza il calore dell’applauso comune .

Altrodime non chiude  ma non vorrei soltanto usarlo per scrivere dei “coccodrilli” , ne ho scritti già troppi ultimamente .