Un regalo dalla Baviera

Confessiamolo .Chi di noi un giorno non ha amato quel Sigmund dalle lunghe chiome che non riusciva a sciogliere il nodo che teneva legati i capelli mentre cantava il suo incestuoso inconsapevole amore per sua sorella Siglinde?

I pochi fortunati presenti quell’anno al Met e i milioni che l’hanno amato grazie al DVD erano tutti ieri sera davanti ai loro schermi , più i fortunati 700 presenti in sala ( un terzo degli abituali spettatori) , giustamente emozionati per questa ripresa semiscenica del primo atto della Walküre.

Giustamente a Monaco , è lì che echeggiarone quelle note per la prima volta ed è lì che con questo memorabile primo atto che si è ripresa dopo un anno di triste vuoto operistico l’attività del teatro col pubblico ed era davvero emozionato anche il Sovrintendente nel breve saluto di benvenuto agli happy few presenti.

Poi sono entrati nell’ordine il direttore Ashel Fisch e i tre cantanti : in frack gli uomini e in nero la gigantesca Lisa Davidsen.

Il tremolare dei contrabbassi e l’entrata di Kaufmann ci hanno fatto entrare nel modo incantato dell’opera dove si raccontano fatti straordinari che conosciamo tutti benissimo ma riviviamo intensamente attraverso le note struggenti  :ci raccontano di questo grandissimo amore che trasuda da ogni accordo e questo è il grande fascino segreto, il miracolo si ripete .

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Jonas Kaufmann è come sempre in lui un tutt’uno con il suo eroe dal triste segnato destino : la sua invocazione al padre :Wälse ! (non stiamo a contare i secondi della tenuta ) tanto è sempre straordinario come  il suo sciogliersi nel canto d’amore “quando il vento d’inverno cede alla luna” :

Non forza mai i toni , ormai la sua maestria è tutta nel dosare con perfetta dizione il fascino del suo canto .

Diversa Lise  Davidsen , leonessa wagneriana dalla enorme voce, starà molto bene a Bayereuth e altrettanto perfetto e sicuro nel ruolo di Hunding Georg Zeppenfelds ( non ha neppure lo spartito davanti.)

Ogni tanto l’inquadratura della sala ci mostrava il bianco fantasma dei senza volto , le orribili anche se preziose maschere che ci ricordano la nostra condizione di precari spettatori , un filo di angoscia in realtà me lo mettevano e forse per questo che i presenti in sala hanno cercato con forsennata caparbietà di applaudire come se fossero davvero tutto il teatro esaurito in ogni ordine di posti.

Poi , per la gioia di tutti ,i tre cantanti accompagnati al pianoforte da Fisch hanno offerto ciascuno un bis: preziosissimo ( per me ) Träume dai Wesendonk Lieder cantato da un Kaufmann in estasi beata , un non meglio identificato canto della Davidsen, molto omaggiata in sala e infine con preziosa citazione il brano di Zeppenfeld  “ Wie schön is doch die Music „ dalla Donna silenzosa di Richard Strauss  che poi finisce „ In diesen Zeiten“.

Appunto :quanto è importante la musica in questi nostri tempi pesanti.