Ricordando la Shoah

Perché il 27 gennaio è il giorno della memoria ?  Si dovrebbe cominciare così ogni lezione nelle scuole e mi piacerebbe che i ragazzi di oggi sapessero rispondere , anche se ogni anno di più di avverte come un logorio , una stanchezza , un senso di inutilità come se tutto l’orrore che abbiamo vissuto sia già stato consumato nel vento della storia .

Un bellissimo libro di Thomas Mann comincia così : profondo è il pozzo del passato , dovremmo dirlo insondabile ?

Passano sui nostri teleschermi i soliti film , alcuni bellissimi , altri un po’ meno , anche perché è estremamente difficile raccontare davvero l’orrore che il secolo in cui ho vissuto ha consumato nei confronti di un intero popolo .

Mi è dispiaciuto che domenica alla Messa domenicale il parroco , segnalando gli eventi della settimana , non avesse citato la ricorrenza laica che si celebra anche nel nostro paese, basterebbe riflettere sul fatto che la prima delle letture di ogni domenica è tratta dal primo libro della Bibbia , il libro della fede dei nostri fratelli ebrei.

Quel giorno , era il 1945, i soldati russi che per primi entrarono in quel lager ad Auchwitz videro quello che nessuna mente umana aveva pensato si potesse vedere e quando si va in quel pellegrinaggio ( non in gita come dice giustamente Liliana Segre ) si fa ancora fatica a credere che tutto quello che ormai sappiamo sia stato davvero possibile .

Oggi i tre lager vicini :Aushwitz, Birkenau e Monowitz si chiamano Oswiecim , un ridente villaggio polacco con i fiori alle finestre delle case tranquille , ma noi sappiamo che ancora in quella terra che le circonda c’è tanta polvere umana e ci viene da domandare se non sapessero , quei bravi contadini , perché quella ciminiera buttasse quel fumo nero verso il cielo .

Forse però per me il ricordo più violento e straziante l’ho provato allo Yad Vashem in Israele , il Memorial della Shoah.

Ci ero voluta andare ad ogni costo in un viaggio che aveva tutte altre finalità. Eravamo accompagnati da una guida sabra , un bellissimo giovane archeologo istraeliano. Lui ci aveva lasciati alla porta : vi aspetto qua fuori .

Io mi ero allontanata da sola e per fare un percorso tutto mio , in silenzio.

Verso la fine del giro mi sono trovata davanti il Children Memorial . Sono entrata : nel buio mi venivano davanti milioni di foto di bambini , di ragazzi e ragazze , anche la musica aveva un eco di dolore.

. Quelle immagini come stelle salivano nel buio della cupola verso il vuoto  nero e io mi sono ritrovata fuori , seduta su una pietra calda sotto il cielo  cobalto nel tramonto del paese del latte e del miele a piangere senza pudore  come se mi posse cascato addosso tutto il dolore del mondo.