Divagazione sull’Epifania

disegno della mia mamma

Era molto vecchia la Befana , sicuramente nella fascia pericolosa di età della maggior parte delle vittime del Covid , quindi non ci deve meravigliare la sua scomparsa  anche se a pensarci bene la sua fine era cominciata già molto tempo prima.

Non si può dire che l’abbia uccisa Babbo Natale  ma in qualche modo è stato involontariamente complice della sua dipartita .

Da molti anni i regali ai bambini li porta quel buffo vecchi vestito di rosso , inventato della Cola Cola , la festa grossa è quella dei regali sotto l’albero e alla povera vecchia restavano le calze preconfezionate nei supermercati e mancava tutta la ritualità che l’aveva accompagnata anche fino alla metà del secolo scorso.

In realtà anche il suo nome Befana veniva dalla deformazione di una parola greca “epifàneia” che vuol dire qualcosa come rivelazione o meglio riconoscimento che poi sarebbe stato l’incontro dei Re maghi venuti dall’Oriente per portare doni al Bambinello nato in una grotta.

Il mito si perde addirittura nella lontananza pagana : è l’anno vecchio che se ne va e segna il lento rifiorire della terra dal letargo invernale .

Per me però la Befana era quella vecchia brutta e buonissima che volava di notte sui tetti e si fermava nelle case a portare i regali ,  a lei scrivevamo i nostri desideri e appendevamo le calze al caminetto per ritrovarle poi al mattino piene di soldi d’oro di cioccolata e anche un po’ di carbone perché qualche volta eravamo state cattive , anche se il carbone era di zucchero e lo si poteva mangiare come le caramelle .

Sul tavolo , a completare la messiscena la sera lasciavamo un piatto con due mandarini  che la mattina erano scomparsi lasciandoci però le bucce a dimostrazione che la Befana aveva gradito il pensiero e se li era mangiati.

Poco ne sapevamo delle radici cristiane del mito , anche i nomi dei Magi erano soltanto nei Vangeli apocrifi. Gaspare , Mechiorre e Baldassarre , di cui uno nero in ginocchio e gli altri due in piedi con i loro bravi dono in vista : oro , incenso e quella cosa per noi misteriosa che si chiamava mirra.

Nel presepio stavano in fondo , poi la mattina dell’Epifania si mettevano davanti alla capanna spostando pastori e  angioletti , così finiva la sacra rappresentazione e siccome “ l’Epifania tutte le feste si porta via “ si potevano reincartare le statuine e rimetterle nelle scatole in attesa dell’anno che sarebbe venuto poi .

La mia mamma aveva scritto sulla scatola S.D.V .che significava “ se Dio vuole” , che a pensarci bene possiamo anche tradurre con Inshallah ! Un unico accenno ai sapienti lo si trova nel Vangelo di Matteo : avvisati da un angelo se ne tornarono per un’altra strada alle loro case.

e questa è una mia poesia : avvisati da un angelo i re magi

                                             da un’altra via tornarono alle case….

                                             Stella da traguardare 

                                             per nuove Epifanie

                                             cercando di cambiare 

                                             vecchie per nuove vie.