MIMI!

Sul grido disperato di Rodolfo si è  chiuso , mentre piangevamo in tanti sparsi per il mondo l’ennesimo dono che il teatro di Stato della Baviera ha regalato a tutti noi chiuso nelle nostre tristi stanze prigionieri del Covid.

Con una strana non –regia di impatto straordinario è apparso come un nero sipario il cartellone dello streaming futuro lasciandoci defraudati di quel momento catartico che segue la fine di un’opera tanto conosciuta ed altrettanto amata  : non c’è stato sipario e applausi , siamo rimasti tutti fermi per un attimo con il nostro groppo alla gola  .

Poi ci siamo riversati sui social con l’emozione in cuore e fiumi di foto rubate allo schermo che avevamo davanti agli occhi .

Le foto rubate più belle mi sono arrivate da Vienna , le ho condivise più che potevo.

Una messinscena straordinariamente povera e fedele , con quel vuoto di folla al Caffè Momus che in qualche modo impreziosiva la prestazione dei protagonisti della storia.

Solo il cameriere muto con la mascherina ci ricordava la nostra condizione , le folle e i ragazzini li sentivamo dietro , nel buio che ci circonda tutti.

Ne ho viste tante di Bohème nella mia vita , molte frasi del libretto fanno parte del mio lessico e il “tutti qui sorridenti a Mimì” capita ogni volta che ci si sente contornati dagli affetti familiari.

Quando è che si comincia a piangere ? personalmente al terzo atto . a quella “stagion dei fiori” così straziante e così ricca di tristi presagi.

Un cast di tutto rispetto , come sempre capita a Monaco , certo che questo Rodolfo , poeta affamato e sconfitto dalla vita è l’ennesima grande prova del più grande tenore oggi sulla scena internazionale.

Canta Puccini senza fare del puccinismo , la voce sempre più sicura corre fluida sulle note , ma lui in realtà le parole le dice in maniera semplice , colloquiale , come se fosse naturale esprimersi, così ,semplicemente .

Incredibili le controscene : dopo la sua impeccabile “Gelida manina “ i primi piani rubati alla seppur bravissima Sorensen ce lo facevano vedere prima seduttore fintamente attento poi lentamente preso e alla fine emotivamente coinvolto . Da rivedere e da studiare , non è da tutti riuscire a tanto in pochi minuti. Poi un crescendo fino al tenerissimo finale accanto al letto di Mimi morente . Lo conosci Puccini , ti fa lo sgambetto più crudele e non bisogna neppure resistere , tanto si piange lo stesso.

Poi se ti trovi un Rodolfo così non c’è difesa , riesce a far sanguinare i cuori di chi ormai la scena la  sa a memoria tanto che appena avevo letto di questo prezioso programma aggiunto mi ero affrettata a comprami il biglietto , sapevo che sarebbe stato straordinario.

Poi le cose sono precipitate ma devo ammettere che questo prezioso streaming , che volendo si può anche rivedere tra un paio di giorni a pagamento resterà negli annali per la sua semplicità e per il suo forte impatto emotivo , a prescindere .

Mi pare doveroso citare tutti i cantanti : dalla già citata Mimi della Sorensen , bella e sicura nella voce e dolce nell’interpretazione , unico difetto :appartiene al gruppo delle cantanti giganti  ( mi è concesso di rimpiangere Maria Agresta , la mia Mimì preferita?) .

Ottimo Marcello Andeli Zhilikhowsky, come pure Shaunard di Sean Michel Plum e un encomio a Tarik Nazmi , il suo Colline è di tutto rispetto.

Musetta , con il valzer più straziante e più ironico scritto dal Nostro  è Miriam Mesak anche lei bravissima.

Un encomio particolare a Christian Rieger , un generico prezioso della BSO, qui Benoit : nel guardarlo me lo ricordavo ufficiale pontificio scendere la mano a indicare la fucilazione di Cavaradossi . Tanta opera gli è scorsa sotto i piedi!

Sicuro e attento anche Ashel Fish , un direttore di casa a Monaco , gli dobbiamo spesso direzioni attente e rispettose dei cantanti.

Per la cronaca : l’ultima volta che Kaufmann ha cantato Rodolfo fu a Salisburgo , un 4 agosto del 2012( lo ricordo perché è il mio compleanno) da dietro le quinte . Arrivato di corsa in soccorso di Bekzala afono dell’ultima ora : lui era corso da casa sua in macchina chiamato da Pereira , la Netrebko lo ebbe partner in voce mentre la sala vedeva il povero muto cantare da “pesce” in scena.