Valeria e Emma Dante

A Jesi , orgogliosa e colta piccola città marchigiana nacque Valeria Moriconi , a Jesi le hanno pure intestato un piccolo teatro e ne  coltivano la memoria attraverso un premio prestigioso che la prima volta fu assegnato addirittura a Isabelle Hupper che venne qui distratta e imbronciata a ritirarlo.

Questa volta lo hanno dato a Emma Dante che agli inizi della sua carriera fu attrice giovane accanto a Valeria .

Il premio le fu consegnato a giugno , non so perché non ci andai , forse l’AMAT non me l’ha detto , certo che ieri , nel giorno del compleanno di Valeria quando hanno postato il lungo video della cerimonia ho avuto un tuffo al cuore .

Presentava Gilberto Santini,si sono avvicendati sul palco gli amici Cecchini e Filosa e io ho ricordato fra le tante occasioni di incontro con Valeria  la mia visita a casa sua , nella sua casa sulle Mura orientali , i tanti abbracci in camerino e una bella lettera che mi scrisse quando ambasciatrice AMAT ricucìvo i rapporti con il teatro stabile delle Marche. Mi disse : finchè ci saranno persone come e me e te il teatro non morirà.

Piansi tanto durante la camera ardente che nel caldo giugno del 2005 fu allestita nel suo Teatro Pergolesi , forse perché ero più fragile del solito per un altro mio personale pesantissimo lutto .

Ieri mentre ascoltavo Emma Dante  e pensavo  chissà se si ricorda di me , quell’appassionata eterna vice-presidente Amat che ne seguiva i suoi esordi strepitosi nei nostri preziosi teatri di tradizione .

Ha parlato con leggerezza anche del suo esordio nella lirica e ha nominato quella Carmen scaligera che mi fece scoprire due voci diventate così importanti nella mia vita : Jonas , già tanto affermato e Anita , la clamorosa rivelazione del duo Lissner- Baremboim.

Il premio Moriconi dato a Emma Dante è quanto di più giusto la città di Jesi poteva fare in questo momento di silenzio e di buio del mondo teatrale .

Tutto è spento , tutto tace : prosa e lirica accomunate dalle luci spente ovunque e assolutamante non rimpiazzabili dagli streaming che comincio a odiare : il teatro vive del suo rapporto vivo tra la scena e quel vuoto palpitante che sono gli spettatori .

Un po’ assurdamente a giugno ne parlavano come se il peggio fosse passato .Mettendolo in rete ieri se ne sentiva il peso doloroso , proprio da ieri nelle Marche non si va neppure da un comune all’altro.