A botta calda

Avevo preso la saggia decisione di non andare a Vienna per il Don Carlos per motivi diciamo così di depressione da Covid e avevo con facilità rivenduto il bel biglietto .

Oggi però ho ceduto alla curiosità di vedere comunque quello che mi ero persa e non certamente per l’effetto della “ volpe e l’uva” non sto rimpiangendo la mia decisione.

Per la verità spesso gli allestimenti dell’Opera di Vienna non brillano per originalità , a Vienna ci sono ben altre preziose mete a cominciare dal Musikverein per non parlare dell’An der Wien , e anche questo allestimento mi conferma la routine delle messinscene dello Staatsoper.

Ho letto molto circa lo strano “sogno di Eboli “  di questo allestimento che viene  da Amburgo e che a suo tempo aveva suscitato molti fiumi d’inchiostro e l’idea di riempire il balletto “grand opera” in maniera ironica sulla carta non era male.

Poi le vecchie idee restano tali e si precipita nel ridicolo con l’Autodafè in versione critica sociale (?) con una psedo Marilyn che sostituisce la voce celeste durante il rogo che non c’è.

Un po’ meglio va verso l’ultima parte , quando la grande musica verdiana prende il sopravvento  e anche i cantanti , tutti , sembrano un po’ meno indifferenti alla storia che stanno raccontando 

Nessuno però si prende veramente sul serio  e oltre tutto cantano anche senza un minimo di distanziamento , forse a Vienna ancora non hanno ancora capito la tegola mondiale che ci sta cadendo addosso.

Egoisticamente spero che Kaufmann sopravviva allo scempio , anche perché dovrebbe venire in Italia alla fine del mese e ci terrei sentirlo , sperando magari in qualche Lieder che mi riconcili con la sua vera arte.

Comunque posso concludere che se il peggio non muore mai in questo caso ci tocca pure di rimpiangere Warlikosky.

L’uso dell’inglese

Il significato delle parole , forse sarebbe bene cominciare ad approfondire attraverso l’uso appropriato del senso delle medesime quanto l’uso approssimativo possa tradire il messaggio stesso del contenuto .

In Italia prevale la dizione Recovery fund per parlare dei tanti miliardi di Euro che come una benedizione ci dovrebbero arrivare dall’Unione europea .

Ma il nome esatto di quella importante manovra è Next Generation UE e non si capisce , o meglio si capisce benissimo , la distorsione italiana del significato della importante operazione economica.

Ricovery vuol dire recupero e noi non dovremmo usare quei fondi per recuperare un bel niente , quelli andranno  investiti per le generazioni future e attraverso progetti che dovranno riguardare il domani.

A questo pensavo quando ieri pomeriggio sono andata a prendere un nipotino piccolo a scuola : i bambini ordinati , i genitori molto meno .

Quando ho domandato a Stefanino come si comportava a scuola con la mascherina mi ha risposto serio serio che da seduto se la levava poi ovviamente c’era il “distanziamento” quando si muoveva e in bagno si andava solo due per volta , indicandomelo anche con le dita  a V.

Questo non toglie che poi arrivato a casa  mia e cercando disperatamente di farsi dare il tablet per i suoi giochini io avessi deliberatamente nascosto l’oggetto del desiderio , copertina nera , tra i libri ma il furbissimo nipote quando , dopo una piccola merenda è tornato velocemente in studio l’ho trovato già col tablet in mano , seraficamente recuperato dal facile nascondiglio .

Allora sono scesa a patti : solo mezz’ora . Okai , ma come fa papà per concedertelo per un po’ quando torni da scuola ?

Controlla se sono stato bravo

E come fa?

Dal registro digitale ,   (con ovvia pazienza. ) 

Allora lo potrei fare anch’io ?

No , a meno che tu non scarichi l’App….e qui un sospiro di compassione per la povera nonna ignorante .

Concludo ripensando al fatto che mio nipote potrebbe anche spiegare ai nostri politici il significato corretto delle parole  in inglese.