
Milano , un giorno di pioggia autunnale , la visita doverosa e desiderata al cimitero per omaggiare l’ultima volta un grande tenore del secolo scorso che se ne è andato durante il triste periodo della quarantena totale nella scorsa primavera .
Centenario e lucidissimo mi aveva regalato preziosi ricordi e testimonianze importanti del mondo della lirica del 900.
Aveva cantato dappertutto nel mondo , messo in ombra dal terzetto magico di tenori DiStefano-DelMonaco-Correlli amava dire bonariamente : però li ho sostutuiti tutti e tre.
Era mio cugino e apparteneva al ramo musicale della mia famiglia : sua figlia Savina mi accoglie generosamente nella sua casa e mi mostra i tesori preziosi conservati amorevolmente . Mi invita anche a prenderne qualcuno . con devozione scelgo un paio di spartiti consumati dal tempo e pieni di sottolineature preziose.
Porto via con me il Gianni Schicchi e un Requiem di Verdi con due Ingemisco in più tra le pagine consumate dall’uso.
Mi invita anche a scegliere tra le tante foto , centinaia , raccolte alla rinfusa . Sono la rappresentazione di un modo lontano di mettere in scena l’opera , ne prendo tre , me ne promette altre , ma mi sento un po’ una ladra nel rubare queste preziose testimonianze .
E’ strano come la parentela , ormai lontana se guardiamo l’anagrafe diventi ben poca cosa davanti al fatto di essere così fortemente in comunione di memorie e di affetti.
Ci conosciamo fisicamente da poco ma è come se stessimo insieme da sempre .
La pandemia , prima o poi finirà. Spero di essere ancora in forze per tornare a Milano per riprendere la nostra conversazione interrotta .
La vita regala ancora gioie , anche quando si è al tramonto , grazie cugina ritrovata.
PS. il Don Carlo al Teatro Real di Madrid