Un paese a metà

Che l’Italia non fosse un paese per vecchi lo sospettavamo , poi il Covid19 ce lo ha confermato con la spietata cronaca di quello che è successo nelle RSA , decimata tutta la scorta di memoria che gli ultra ottantenni ancora potevano dare alle giovani generazioini , perse le testimonianze , i ricordi in alcune regioni del Nord e non solo ,non ci saranno più i vecchi a raccontare la seconda guerra mondiale e la Resistenza.

Ma quello che mi ha colpito personalmente negli ultimi giorni è la consapevolezza che l’Italia non è neanche un paese per bambini vista la totale indifferenza con cui si è trattato il problema del reinserimento sociale dei piccoli  sia nel mondo delle scuole materne che in quello del ciclo delle elementari.

Ancora adesso nelle Regioni che tanto si affannano a emettere protocolli su tutto : distanziamento degli ombrelloni sulle spiaggie , apertura dei parrucchieri e delle palestre , sanificazione dei vestiti da provare e potrei andare avanti per molti altri interessanti argomenti le sudddette Regioni tardano a protocollare i centri estivi tanto si è visto che le famiglie si arrangiano e nonostante i ripetuti inviti a non usare i nonni come babysitter se si va un giorno in quelle piccole porzioni di parchi riaperti che  grazie alla clemenza  la comunità scientifica concede , si vedono soprattutto nonni in giro con i bambini piccoli o qualche volta , se i genitori se lo possono permettere ,brave giovani disoccupate che suppliscono laddove in paesi più civili del nostro ci ha pensato la comunità ad intervenire.

Ho già descrito la ridicola DAD ( la famosa didattica a distanza applicata alla scuola elementare ), vero è che i bambini sono sempre meno nel nostro paese e ho provato tenerezza e stupore nel  vedere giovani famiglie numerose in paesi non lontani dal nostro ed  è certo che non abbiamo mai  serbato molta attenzione nei confronti di quelli che saranno gli uomini e le donne di domani.

Quello che poi si prospetta per il futuro scolastico aggiunge preoccupazione alle carenze attuali : si parla di ore di quaranta minuti , di mascherine obbligatorie si , ma da portarsi da casa e tra le righe leggo l‘eventualità di riportarsi anche la gamellina da casa in sostituzione delle mense scolastiche chiaramente problematiche e sicuramente più costose.

I rigorosi studi delle commissioni scientifiche preposte si salvano l’anima restringendo tutto , tanto i bambini in piazza a protestare non ci vanno e i loro genitori sono troppo impegnati a pensare al lavoro ,  al risvolto economico primario per gettare un occhio anche alla qualità della vita dei loro piccoli eredi.

andrà tuttobene ? Se cominciassimo ad essere davvero più europei anche nel rispetto dell’infanzia ne sarei più convinta , per ora prevale in me la perplessità e se si giudica il coltello dalla parte del manico penso sia ora che qualche manico di cominci a cambiarlo davvero.