Bayereuth

Per la prima volta nella mitica terra wagnerina : qui la statuina di Wagner direttore d’orchestra , una specie di “ottavo nano” dorato occhieggia da tutte le parti.

Oggi saliremo la sacra collina ( niente di più che un monticello) per ascoltare i Meistersinger nella versione di Barrie Kosky.

Non è una produzione nuova , ma penso sia interessante metterla a confronto di quella monacense , vista tre giorni fa. Bayereuth è una tranquilla , sonnacchiosa ,ordinata e pulita cittadina della Franconia , appena arrivati ceniamo  al ristorante dove tutti i piatti hanno nomi wagneriani , pare sia buonissimo l’arrosto con salsa acida intestato al borgomastro dei Meistersinger ma io avevo voglia di una schnizel.

La mattina successiva passa con visita nello splendido restaurato teatro della Margravia Guglielmina.Il vero trionfo del barocco.

Un’ora di tedesco elargito da dotta guida 🙁 ho fatto praticamente una lezione orale , comprensione 60%!)

L’esame l’ho passato , Il teatro lascia veramente a bocca aperta , Solita tristezza di fondo perché la teutonica aveva chiamato per farlo il solito architetto italiano Galli Bibiena e i i lavori li ha seguiti il di lui figlio.

Ovviamente si rappresentavano opere italiane ….quando eravamo bravi ad esportare conoscenze e la bellezza assoluta!

Finalmente la Festipielhaus! 

Ovviamente sappiamo già tutto : che il teatro è piuttosto brutto , che il miracolo è la musica che spande con effetto straordinario per la fossa nascosta , che nell’intervallo lunghissimo saremmo richiamati dalle trombe sul balcone, che l’abbondanza di signori in smoking è ancora rilevante , che le signore invece ..mi fanno pensare a quanti vecchi abiti da sera potrei riciclare in future occasioni; quello che invece si scopre vivendo è che le sedie sono scomodissime: troppo strette per persone mediamente abbondanti , che lo schienale ti taglia sadicamente la schiena e che il caldo ( pure in una giornata freschina ) provoca malori e collassi fra il pubblico . Infatti una signora due file avanti crolla con grande botto e viene portata via da frettolose ragazze di servizio alle porte , ovviamente chiuse simultaneamente all’inizio di ogni atto , ma questo lo fanno anche a Monaco.

Una cosa buffa , mai vista prima , all’ingresso dopo avere esibito il biglietto mi chiedono il passaporto! Non ce l’ho e per fortuna ho altri documenti nel portafoglio così passo il severo controllo doppio.

I Meistersinger  con la regia i Barrie Kosky sono il motivo della scelta nel programma personale :
la messinscena è collaudata , ne avevo letto piuttosto bene. Bellissima la trovata iniziale di ambientare l’ouverture in casa Whanfield : tutti mascherati come se fosse veramente il salotto di Wagner , con ospiti replicanti ; Cosima ovviamente in nero e un favoloso Groisbrock nelle vesti di Listz.

Ogni tanto entrano “ le maschere di Norimberga “ per i cori , ma la trovata si esaurisce rapidamente.

Nel finale fermo immagine la cornice con il suo quadro d’ambiente di allontana lasciando la scena nuda sulla quale cala la sala del processo di Norimberga , con le bandiere dell’occupazione alleata, Wagner resta solo nel banco dei testimoni .

Il secondo atto , il più debole registicamente , è ormai tutto in costume , abbastanza tradizionale , salvo un brutto pallone alla fine che gonfiandosi rivela la faccia dell’ebreo ghignante delle illustrazioni più bieche contro la razza. Uno sconsolato Beckmesser siede tristemente ai piedi della testona.

Atto terzo , siamo proprio nella sala del Processo di Norimberga , con bandiere e Policeman:  ma poi tutto resta ugualmente nella Norimberga del Cinquecento , per me a Kosky il fatto di metterci tanti simboli gli è un pò sfuggito di mano e neanche la trovata finale sulla perorazione di Hans Sachs – Wagner sui valori germanici con doppia orchestra in scena a significare la vittoria dei valori culturali mi pare una trovata di genio.

Non ho voluto rileggere la critica paludata quando lo spettacolo è apparso la prima volta , certo che se per caso il solito neofita fosse passato di lì avrebbe faticato a capire la storia che comunque è ovviamente fedele al testo e nella musica.

La direzione di Philippe Jordan mi è sembrata prudente con qualche raro momento prezioso , i paragoni sono sempre odiosi ma avevo nelle orecchie la direzione di Petrenko ..

La compagnia di canto a cominciare da Michael Volle è eccellente ( lo avevo già sentito nel ruolo a Salisburgo ) Emilly Magee sostituisce la Nylund malata ,qualche fatica gliela senti nella voce , strepitoso Klaus Florian Vogt: bello e vittorioso ( a chi piace)  e bene , benissimo tutti gli altri , nonché il fantastico coro.

Si esce sudatissimi e soddisfatti , domani ci aspetta Tristano: