L’utopia di Josè Antonio Abreu

 

Unknown

 

Come tutti in Europa seguo con apprensione le vicende venezuelane e come tutti spero in un cambio nella politica di quel paese .

Come tutti ( meno il governo italiano , sorta di Giano bifronte ,che non riesce a prendere posizione unitaria praticamete su niente ) penso che sia necessario un rinnovamento , un nuovo indirizzo per quella che fu una esperienza politica importante a che poi è degenerata in una sorta di dittatura purtroppo come succede , la storia ce lo insegna , ogni volta che il potere finisce ad  essere strumento fine a se stesso e a distruggere la parte positva che lo ha generato.

 

Ma io ho in testa un nome e uno straordinario percorso culturale che è stato pensato e realizzato in quel paese da un piccolo uomo visionario.

il nome è quello di Josè Antonio Abreu e il percorso straordinario si è chiamato El Sistema.

Nel 1975 questo economista ascetico , fine musicista con un nonno italiano , ebbe una idea meravigliosa :

per fare uscire dalla povertà assoluta fisica e morale in cui versavano pensò di portare i bambini delle periferie più povere e dei villaggi più lontani verso un percorso incredibilmente affascinante  : quello della musica.

Il Sistema Abreu fu possibile forse , solo in un paese in cui il presidente si chiamava Chavez e dette a questo visionario la base per intraprendere  un cammino meraviglioso.

In ogni villiaggio sperduto i bambini venivano accolti e si insegnava loro la musica , non la musica facile delle canzonette , ma la grande musica vera .

Centinaia di insegnanti accolsero  migliaia di bambini che si costruirono strumenti con materiali di fortuna , si insegnò cominciando dai più piccoli a tenere in mano uno strumento , si crearono centinaia di orchestre .

Esiste uno straordinario film in cui Claudio Abbado ascolta commosso le esibizioni di questi ragazzi , insieme a lui musicisti affermati in Europa andarano in Venezuela a portare un po’ della loro arte trasmettendola ai giovani venezuelani.

Da questo incredibile vivaio naque la Simon Bolivar Orchestra sinfonica del Venezuela , molti grandi Festivel europei accolsero questa orchestra miracolosa , composta perlopiù da giovanissimi .

Li ricordo a Salisburgo , con le loro facce scure , i capelli nerissimi questi ragazzi che indossavano orgogliosamente una fascia con i colori della loro bandiera nazionale.

Nel loro interno sono nati Gustavo Dudamel e Diego Matheus , due direttori ormai alla ribalta della grande scena concertistica internazionale.

 

Non so se Maduro avesse lo stesso senso visionario di Chavez , non so se prima di morire Josè Antonio Abreu abbia pensato di rinnegare la scelta politica che lo aveva portare a creare una esperienza unica , e forse irripetibile, di educazione musicale di così grande portata come quello che lui aveva inventato.

Non credo che si sia pentito di niente , il risultato della sua idea pazzesca è ormai sotto gli occhi di tutti quelli che amano la cultura e soprattutto pensano che la musica sia ancora un grande strumento di crescita e di civiltà.

Per tutto questo vorrei che se ci sarà un cambio politico in Venezuela non ci sia la logica del profitto che sicuramente annullerebbe  decenni di educazione musicale diffusa.

Se per un po’ di tempo la grande Utopia ha abitato in Venezuela spero che qualsiasi cambamento ci sarà non ne cancelli la grande portata rivoluzionaria.