La Tebaide di Emanuela 2019

 

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Il presepio è una tradizione antica , ormai si fa solo nelle chiese o addirittura se ne fa un‘attrazione turistica da consumarsi durante le feste natalizie . Si fanno anche presepi viventi e allora diventano una specie di sacra rappresentazione con tanto di coinvolgimento teatrale dei partecipanti .

Molto più  di rado si fanno nelle case e direi che più che una questione di fede è un ricordo da rinnovare e un gioco quando lo si fa per divertire i nipoti.

Il mio è talmente sempre uguale a se stesso che credo si potrebbe fare anche da solo : un solo problema , mi è

sempre più difficile montarlo e smontarlo , credo sia proprio per progressiva mancanza di forze.

Uno solo dei miei figli lo fa e quest‘anno mi ha orgogliosamente mostrato un nuovo acquisto : una fantastica roccia con cascatella e laghetto . Gli ho visto l‘orgoglio negli occhi per cotanto oggetto di ingegneria idraulica , io ne sono intimamente contenta , perlomeno qualcuno in casa prosegue la tradizione che per quanto mi riguarda parte dal ricordo della mamma maestra che lo faceva sia a casa che a scuola e che quando riponeva le statuine scriveva sulla scatola un misterioso S.D.V che poi mi spiegò significava se Dio vuole , un Inshalla cristiano , un augurio per l’anno successivo.

Ma il presepio più fantastico è quello di mia sorella : mi ha mandato le foto , anche di particolari della scena ma il vero interesse me lo ha suscitato il suo racconto con la spiegazione di ogni particolare : praticamente animato da figurine piccolissime rappresenta un mondo contadino ed è anche un percorso di fede!

Lei che non va quasi mai in chiesa , lei che contesta tutto mette nel suo presepio tanta di quella fede da essere commovente : mentre mi spiegava il percorso verso la capanna , mentre mi raccontava del muro delle capre , mentre mi faceva notare lo scoiattolo nascosto , il lupo, le galline , mi raccontava una scena che si animava nella sua fantasia .

Io dalle foto ho visto solo un presepio uguale a tanti altri della mia memoria , lei ci ha messo la tenerezza e la gioia del Natale sincero .

Mi ha detto anche che le dispiace smoltarlo.

Kaufmann canta Mahler

 

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Era prevedibile che non avrei riprovato l‘emozione sconvolgente della prima volta quando ascoltai al Theatre des Champs Elisèe Das Lied von der Erde cantato da Kaufmann.

Quella volta alla fine ero in preda a qualcosa che credo somigliasse alla cosiddetta sindrome di Stendhal , le gambe mi tremavano per la troppa bellezza ascoltata , emozionata e felice quando poi ebbi la possibilità di comperarmi il Cd a ricordo della stupenda prova d‘artista.

Ieri sera al Gastaig di Monaco le cose erano molto diverse , ormai la musica era mia ,le parole non più suoni ma comprese nel loro significato e questo semmai era un valore aggiunto.

Non c‘era il fascino della scoperta , ma c‘era qualcosa di nuovo nella voce di Kaufmann , praticamente era Gustav Mahler che cantava in lui .

L‘orchestra era decisamente non all‘altezza dei Wiener , qualche sfilacciatura negli attacchi , qualche suono anticipato o ritardato , il direttore caro amico ma lontano anni luce da quello che può essere una direzione degna del difficile autore .

Ma Kaufmann cantava i versi dei rarefatti Lieder cinesi con l‘amore e la tenerezza di chi li ha fatti decisamente suoi.

Ho la sua dedica , scritta male con la calligrafia che assomiglia a strani geroglifici ( e per di più con pennarello rosso!) che recita  : un abschied che diventa ..per sempre….e in quelle poche parole mi indicava il suo prezioso attaccamento a quella strana magica musica che Mahler compose per paura di scrivere una Nona e che resta un unicum nella sua produzione.

Ci fu poi anche una Decima incompiuta ma la frase dell‘abschied che Mahler aggiunse di suo pugno al poema cinese  ci dice tanto del suo stato d‘animo quando li compose :‘ gli uomini stanchi dormendo sognano di imparare una nuova gioventù ,…..

Ebbene quando il cantante con la sua stupenda dizione ha ripetuto quella frase ho cominciato ad avere le lacrime agli occhi .

 Il senso di quei versi  rivive stupendamente attraverso la voce del tenore che per me  è davvero immenso in questo repertorio .

Mi sembra persino sbagliato sentirla cantata da una voce femminile , quello è decisamente un addio virile , il distacco di un uomo che torna , o meglio che si allontana totalmente dalla vita con gli altri, un ultimo saluto al compagno che resta e che quasi non capisce questa fuga in cerca di pace.

Il pubblico di Monaco , decisamente abbastanza aduso a prestazioni eccelse ha cominciato frettolosamente ad allontanarsi , anche l‘orchestra riponeva velocemente gli strumenti : hanno una tournée veloce davanti .

Kaufmann pochi inchini frettolosi , un pacchetto dono e un gran mazzo di fiori , tutto qui il bottino della serata.

Uscendo nell‘intervallo , dopo un veloce saluto augurale  alla futura mamma, mi sono persa la piccola gag di Jonas che in camicia sistemava la posizione del reggi-tablet , puntualmente fotografato da chi era rimasto in sala.

Forse l‘unico momento originale della serata , peccato .