Qohélet

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Tanti anni fa un amico mi regalò un piccolo libro , l’amico era un frate un po’ eccentrico , il libro era l’Ecclesiaste tradotto da Guido Ceronetti.

Fu una piccola rivoluzione nella mia testa sapere che quel “vanità , tutto è vanita” della Vulgata era quasi un falso .

Era un tempo in cui cercavo di capire di più della fede , parola difficile e scivolosa , più la cercavo e più faticavo a trovarla.

Mi serviva però , era un modo per tirare avanti dopo un’esperienza molto dura nella mia vita .

La lettura poetica di un libro della Bibbia che mi riportava alla nostra caducità fu uno dei momenti di passaggio da una diffidenza molto laica verso una lettura frustrante del pensiero cattolico .

L’amico colto mi spiegò che ritornado al greco o addirittura all’aramaico si poteva trovare nel grido disperato del misterioso autore di un libro controverso , poco ortodosso, un senso di comunione degli uomini in cerca del divino.

 

L’amico  frate non c’è più e da oggi non c’è più neppure Guido Ceronetti ma il suo Qohlèt molto consumato dalle molte letture è ancora uno dei libri ai quali ricorrere per aiutarmi nella difficile ricerca del vivere .