Una confessione

 

Unknown

Devo confessare una terribile colpa: non ho mai amato Pavarotti e so dicendolo di crearmi molti nemici, ma in questa melassa del decennale mi sento sgravata confessando la verità.

Sono andata a rileggermi le mie memorie, ebbene nei tre piccoli libri che le contengono non lo nomino mai anche se sono certa di averlo sentito nei suoi anni importanti ,quelli in cui era un grande tenore davvero.

Ovviamente poi come ogni vero melomane non ho preso in considerazione il Pavarottidue quello oversize tutto capelli tinti e sorrisone pubblicitario.

La verità è che il solo tenore che amassi in quegli anni era José Carreras.  Il mio primo ricordo di lui come Rodolfo nella Bohème, aveva i pantaloni a scacchi e sembrava davvero un giovane poeta della Parigi “dai tetti bigi”.

Mi piaceva la sua voce , il suo recitar cantando,la sua dolcezza.

Neanche Domingo era come lui dentro il mio cuore e poi quando si ammalò di quella terribile malattia che mi aveva portato via una figlia lo amai anche di più.

Nel concertone dei tre tenori era lui che guardavo con trepidazione e devo dire ancora adesso che anche lui è vecchio e con quell’aria di sopravvissuto io seguito a vederlo con affetto.

 

imagesAnche non volendo in questi giorni ci si imbatte comunque in programmi e interviste pavarottiane e una frase giusta e sincera Pavarotti nel suo inglese maccheronico riesce a dirla ed è quando dichiara che la voce del tenore è la più terribile , la più rischiosa e la più pericolosa di tutte.

 

Sarà per questo che la vera primadonna della lirica è sempre e soltanto il tenore.