Otello al cinema

 

 

2796ashm_1194 a JONAS KAUFMANN AS OTELLO, MARIA AGRESTA AS DESDEMONA (C) ROH. PHOTO BY CATHERINE ASHMORE

Non conosco il nome del regista della ripresa televisiva di questo attesissimo Otello del ROH , la ripresa è cominciata dopo le inutili chiacchere della bella di turno ,ma sarebbe da segnarselo bene in mente onde evitare di reincontrarlo in altra occasione.

Raramente una ripresa in streaming riesce a imbruttire totalmente una messinscena che sulla carta poteva regalarci un valore aggiunto al capolavoro verdiano.

Invece mi sono trovata davanti con sgomento una ripresa decisamente infelice , piatta e banale quanto mai avrei immaginato.

La recensione di Joachim di In fernem Land è durissima ma non per sua colpa , diffcile giudicare lo spettacolo da quello che si è visto nei cinema di mezza Europa ieri sera.

La scena talmente buia da farci perdere qualsiasi particolare registico e le magagne dell’allestimento sono venute fuori tutte.

A cominciare dall’inconsistensa dei cori , di nessuna vibrazione emotiva, assolutamente inadeguati fino dai movimenti del grande coro iniziale per non parlare delle inesattezze dell’esecuzione.

La bombastica prova orchestrale ha messo a dura prova le orecchie degli spettatori , Pappano è un grande direttore e se non lo avessi sentito pochi giorni fa in teatro avrei qualche dubbio circa la raffinatezza necessaria di certe pagine mirabili.

Penoso lo scheletro di nave fantasma e l’emergere dal solito buco di scena il fiero condottiero il cui Esultate risulta anche scenicamente povero mentre Desdemona fa cucù sulla piattaforma laterale .

Non si capisce il gioco iniziale dei tavoli in cui si muove il povero Cassio sobillato da Jago, le altre figure in fila di lato , belle statuine inutili.

Le quinte mobili da cui filtrano ben poche luci non ci permettono di capire il progressivo restringere ossessivo della trappola mentale del protagonista, sfugge il ruolo dello specchio ( non si capisce neanche bene che ci sia) e soprattutto , con i primi piani spesso sballati si assiste solo alla trionfale , pacchiana grandiugnolesca interpretazione di Marco Vatrogna, “modesto Jago”.

Avevo già premesso che avrei parlato male dell’entrata dell’ambasciata veneziana , una specie di bianca processione dietro un leone di San Marco di cartapesta che per fortuna dura poco più di un attimo.

Brutti i costumi, si salvano solo quelli di Otello che hanno pure il valore aggiunto di sottolineare la sua discesa verso un esotismo di maniera, il resto è veramente penoso .

La mia adorata Maria Agresta imbruttita da abiti che tutto fanno meno che valorizzare la bella figura , ridicola la povera Emila ,col golfino e la mongolfiera in testa e mi taccio sulla carrellata delle ulteriori brutture.

 

Ovviamente si salvano solo i due grandi professionisti nei rispettivi ruoli di Otello e Desdemona .

Interpreti preziosi e perfetti anche attorialmente , soprattutto a partire dal terzo atto il discorso si fa diverso.

Mi sono stufata di leggere che Kaufmann non ha la voce adatta per fare Otello! Non solo ha la voce, il portamento e la grande capacità di entrare nel ruolo, ma anche la straordinaria tecnica che gli consente di cantare “ a denti stretti” , operazione difficilissima anche tecnicamente.

Maria Agresta è perfetta e dolcissima , con momenti di grande dignità e fierezza . Si capisce quanto ha lavorato sul personaggio e la sua ultima grande scena dalla canzone del salice fino alla vibrante Ave Maria fanno trattenere il respiro anche alle platee lontane.

 

Alla fine si esce dal cinema comunque emozionati, salvo che stavolta a Kaufmann avevano messo un litro di sangue in più sotto la camicia col risultato ridicolo di lavandino rotto che rovina , nel particolare ravvicinato, lo straziante ultimo bacio soffocato del grandissimo interprete.