quattro stagioni

 

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La forsiythia ce l’ha fatta anche quest’anno . In ritardo rispetto alle foto gloriose della stessa pianta fotografata da una mia amica in Provenza è fiorita anche se meno abbondantemente pure a casa mia.

Praticamente esposta a nord , sul mare e a un tiro di bora da Trieste il vento lo riceve da quella bocca del Quarnaro che si apre alle steppe siberiane.

Ogni volta penso che sia un evento speciale e dimostra la stessa tenacia rinnovata nel campare a dispetto dei santi…..

E’ il segno vero della primavera in arrivo anche nel mio minuscolo giardino, l’evolversi naturale delle stagioni.

 

Quattro stagioni… e ogni volta mi accorgo che per me la primavera non è la stagione vincente anche perché nonostante la retorica della natura che rinasce a me la primavera mette un senso di nostalgia .

Da ragazzina ero innamorata dell’autunno , poi in età adulta , complici forse le Festività e soprattutto la neve che voleva dire sciare ho prediletto l’inverno.

Adesso , lo dico senza tentennamenti la mia stagione prediletta è l’estate , ho bisogno di sole evidentemente .Il caldo scalda le ossa dei non più giovani e anche se ormai catalogare le età come soltanto ai tempi dei miei genitori sembra impossibile ,direi che comunque un certo limite il giovanilismo ce l’ha.

Analizzare il perché della sottile nostalgia che mi pervade al rifiorire delle piante significa semplicemente contare il tempo che inesorabile passa e si consuma nel rinnovarsi.

 

Del resto quando giovane entusiasta giravo la regione in rappresentanza dell’Agis Scuola con i componenti dell’Orchesta Filarmonica Marchigiana e facevamo delle bellissime lezioni ascolto nelle scuole secondarie superiori con le Quattro Stagioni di Vivaldi il gradimento dei ragazzi era sempre vario e divertente.

Ricordo lo stupore dei giovani , spesso era la prima volta che ascoltavano musica classica, ma ricordo anche che la primavera non era quasi mai la stagione prediletta.

i ricordi si accumulano : dai concerti al bellissimo albergo di Monaco dove alloggiai un’unica volta in occasione della mostra di un amico pittore importante : Il Vier Jahreszeiten , le prime parole che imparai a leggere in tedesco , ma anche questo ricordo è molto antico , adesso il bellissimo albergo appartiene ad una importante catena e non si chiama più così.

Sono partita dalla pianta rifiorita in giardino per immergermi in un mare di ricordi ,scherzi della primavera .

Per chiudere in leggerezza non mi resta che consolarmi con la pizza Quattro stagioni , almeno lei il nome non lo ha cambiato anche se per me non è tanto più digeribile se mangiata la sera!