su una conferenza

 

 

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Una piccola storia a fin di bene per raccontare quanto di positivo ci può essere nella frequentazione di quei social demonizzati da coloro che non sanno quanto possono essere piacevoli se usati bene.

La storia comincia quando un amico raffinato e gentile mi segnala una bella conferenza sui Meistersinger che stanno per essere ripresi alla Scala.

Ovviamente la conferenza era a Milano e non avrei mai potuto accedervi .

Qui comincia la catena divertente :

l’amico Uno mi dice di chiedere l’amicizia a un suo amico che sicuramente ha la registrazione della conferenza.

l’amico Due , della cui amicizia in realtà già godevo , si dichiara subito disponibile a inviarmi il file che però è un po’ pesante e a questo punto coinvolge un amico Tre che mi manda la mail con un sistema che non conoscevo e che permette di inviare files pesanti .

Ed ecco che due giorni dopo nella posta ho il file : felicemente , come se fossi a Milano ascolto alla mia scrivania la bella e interessante conferenza .

Passo due ore piacevoli di ascolto e mi pare di essere lì , tra quei dotti signori appassionati wagneriani che forse non incontrerò mai , ma che mi hanno regalato un ascolto di cui non avrei potuto godere . Potenza della rete!

 

Qui però parte la seconda parte del mio pensiero : In realtà la conferenza mi racconta ben poco di nuovo o che non sapessi già: ho ascoltato e visto i Maestri Cantori tante volte ( da quella classica fiorentina con le casette di Norimberga cinquecentesche , a quella fantasiosa salisburghese fino a quella per me azzeccatissima di Monaco lo scorso anno) e tutte le argomentazioni possibili sulla identificazione di Wagner in Sachs , oppure sulla sua identificazione in Walter Van Stolzig sono possibili e praticabili .

Si tratta di un’opera bellissima , un miracolo musicale continuo in cui fra l’altro per l’unica volta Wagner usa una preziosa forma di quintetto ( lui che disdegnava il canto all’italiana e che è uno dei momenti magici dell’opera del quale il dotto conferenziere non ha fatto cenno ) e io l’ho sempre ascoltata divertendomi tutte le cinque ore senza avere mai un momento di caduta nell’ascolto.

Capisco Daniele Gatti quando dichiara che si diverte a dirigerla.

Dove invece mi fermo e me ne dispiace è quando i musicologi cominciano a citare le straordinarie figure musicali wagneriane .

Il mio è un ascolto profano , da dilettante ,diciamo addirittura da ignorante .

Non sarò mai in grado di spegare tecnicamente il Tristan-accord , ma so che è la magica porta musicale che apre il Tristano e non saprò mai molto di più dell’Amen di Dresda ,ma lo riconosco con un brivido di piacere nel preludio del Parsifal.

Devo concludere che forse è bene che le belle conferenze io le ascolti da lontano , non sono all’altezza di partecipare di persona.