Otello ovvero l’angelo mortuario

 

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Grazie al satellite Astra riesco a vedere sul mio televisore di casa l’Otello del Festival di Pasqua di Salisburgo.

Nostalgia di quando lo scorso anno ero li con la splendida doppietta Cavalleria Pagliacci dell’amatissimo mio tenore .

Ma tant’è , non è sempre possibile averlo protagonista di sogno e se il fato , le sue corde vocali e il mio destino lo consentiranno forse quel suo Otello tanto atteso lo sentirò a Londra il prossimo anno.

So che Thielemann ha tenacemente voluto quest’opera e mi domando perché lui si intestardisca a volere dirigere qualcosa che non sia strettamente tedesco .

Non mi pare che Verdi sia proprio nelle sue corde , ma questo è un appunto che lascio a chi di musica ne capisce più di me.

Vengo all’opera . Josè Cura , una volta giovane promessa lo avevo visto una ventina di anni fa proprio in Otello :era giovane e magro , me lo ricordo a dorso nudo …e tu mi amavi per le mie sventure e io ti amavo per la tua bontà…un brivido!

Stavolta il brivido iniziale me lo da alla rovescia . Il suo Esultate ..mamma mia , che tremore nella voce ! Domingo proteggilo tu.

Tutto buio in scena e ci volteggia un Angelo della morte onnipresente e bellissimo.

Stanno tutti appiccicati al proscenio , le luci sono tagli bassi laterali molto ruffiani , il coro canta in lingua praticamente sconosciuta ma c’è un grandissimo Jago : Carlos Alvarez , vale quindi la pena di seguitare a sentire l’opera.

Cura , invecchiato e ingrassato ha però stranamente mantenuto un credibile phisique du rol ed ha ancora una certa presenza scenica .

La voce d’antan è un ricordo ma la capacità di recitare ci sarebbe anche se la regia demenziale oltre a fargli cadere un piattino di mano altro non fa: però sappiamo che Otello prende il caffè.

Desdemona di Dorothea Roscmann ha una bella voce , non la conoscevo , canta nel solito indefinito italiese e purtroppo la dizione già difficile nella tonalità sopranile non ce l’ha proprio , fortuna conoscere il testo , anche perché i sottotitoli in tedesco francamente li ignoro.

Ma i registi oggi se le inventano tutte per farmi arrabbiare, questo si chiama Vincent Boussard e alla fine il vestito di Desdemona lo fa pendere su una gruccia dall’altro sulla scena mentre lei canta la sua canzone del salice.

Poi Otello la strozza ma lei si rialza e se ne va tranquillamente dietro le quinte .

Allora cosa fa l’infuriato e geloso protagonista ? Strangola l’angelo mortifero che riappare in cenci dismessi e addirittura accecato da fasce drammaticamente disposte a nascondere il volto.

Resta il vestito ciondoloni , “ niun mi tema” ,anche questo Otello possiamo accantonarlo senza rancore:

quasi una vergogna per un Festival così altrimenti paludato come quello di Salisburgo.