Greek salade

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Ho passato metà delle vacanze della mia vita in Grecia , la Grecia non è solo un luogo geografico , per me come per molti altri la Grecia è anche un luogo dell’anima . Questo però non mi impedisce di essere abbastanza cattiva con la Grecia di Tsipras e di conseguenza di Syriza. A tutti quelli che sventolando bandiere bianche-blu postano su Fb il discorso di Pericle sulla democrazia vorrei ricordare che se è vero che la parola democrazia è una parola greca , ma lo è anche demagogia , tanto per capirsi. Conosco l’enorme differenza tra la vita delle grandi città greche che sono praticamente due : Atene e Salonicco . Poi in realtà Atene è un agglomerato enorme che si estende fino al Pireo e ne fa una megalopoli di cinque milioni di abitanti. La terza città delle Grecia , Patrasso, è un paesone brutto e anche più piccolo di Ancona. Il resto della Grecia è nelle isole , nelle circa ottocento abitate e la vita nell’azzurro delle Joniche, delle Cicladi , del Dodecanneso , delle Sporadi è tanto diversa da quella davvero dura e difficile della grande Atene. La Grecia non ha industrie , non ha risorse naturali e il suo prodotto interno lordo è inferiore a quello di una ragione italiana come la Lombardia . Perché allora questo paese bellissimo è così vicino a un fallimento di cui saranno vittime le classi medie cittadine , i poveri pensionati , il terziario che qui è l’unica risorsa economica?IMG_1155

Perché i governi che si sono succeduti da tanti anni (addirittura i leader si tramandavano la leadership di padre in figlio) hanno preferito la strada breve che privilegiava chi stava già bene : mai gli armatori hanno pagato le tasse dovute , nelle isole si sono avuti mille benefit , la corruzione è stata lo strumento più comodo per alternarsi al potere. I prestiti internazionali hanno aiutato fino ad un certo punto , poi i nodi hanno cominciato a venire al pettine e qui arriva l’ex comunista senza cravatta , con la sua disinvolta scelta , questa si demagogica , di andare al potere con i voti della destra e di non farsi scrupolo di accettare anche l’alleanza con i fascisti di Alba dorata per vincere il referendum. Ma cosa ha vinto? Basta leggere i bei libri di Petros Markaris per capire che il marcio non c’era solo in Danimarca : se non si mettono sul serio a pensare a cambiare la strategia ricattatoria la povera Grecia (ricordiamoci la Grecia dei colonnelli per favore) ritornerà in quel suo vivacchiare a metà tra l’Europa civile e quel mondo bizantino che in qualche modo l’ha condotta fino ai giorni nostri. Quando i turisti arrivano in Grecia tanto per non sbagliare ordinano l’insalata greca: feta , olive nere , pomodori. E’ il patto base del turista che non sa leggere il menu, per parlare di Grecia bisognerebbe saperne un pò di più , magari passare alla moussaka o ai dolmades. Se qualche settimana fa sui profili facebook tutti erano gay , adessso tutti quelle bandiere greche significano solo che sui social poco si legge e molto si banalizza…come ha scritto uno molto spiritoso “dai froci ai proci” il passo è breve!