L’uomo senza qualità

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Riletture d’estate . Ormai da qualche anno l’estate riprendo in mano libri importanti , letti nel secolo scorso , quando la mia lettura era più veloce , ma forse ripensandoci , meno approfondita. Quest’anno ho ripreso in mano , per la verità non per la prima volta l’Uomo senza qualità di Robert Musil , anzi se dovessi cercare una traduzione più vicina all’originale “l’uomo senza particolarità”. Le settecento e passa pagine del primo volume mi impongono una lettura lenta , esercizio nel quale non sono mai stata molto portata . Onnivora e vorace, ho bruciato tanti autori amati anche se  sicuramente bisognosi di una più attenta  capacità di concentrazione. Lungo ormai l’elenco delle “riletture“ a cominciare dalla riscoperta felice dei Promessi sposi che mi fece compagnia molti anni fa , divertendomi molto , in una bella estate di barca in Grecia.

Ritornando a Musil ho già premesso non per la prima volta” perché alla difficoltà del pensiero si aggiunge la difficoltà della vista che si stanca , problema sconosciuto nei miei anni giovanili.220px-Robert_Musil_1900

Eppure quella Cacania Felix , questo mondo sull’orlo del baratro che si diletta nell’Azione Parallela (la più inutile e più esilarante operazione mai raccontata) è fonte di tanti ripensamenti che si adattano incredibilmente ad ogni epoca che abbiamo attraversato fino ad arrivare a leggere e non tanto tra le righe similitudini anche con la nostra realtà del terzo millennio. Pagine ponderose si alternano a capitoletti di una feroce ironia nella quale si descrive la stupidità umana in tutte le sue forme : vittime atrocemente trapassate da un raggio di intelligenza che le denuda sono la burocrazia ,la stampa , gli eserciti. Ho letto da qualche parte che la lettura di questo libro può non essere compresa ma sicuramente fa credere di essere più intelligenti a chi ci è riuscito. Anche questa è una frase degna di Musil!

Il protagonista si chiama Ulrich che passa molte vicende intellettuali ed “era partito dalla luna “e dopo tutte le sue grandi esperienze “era tornato sulla luna”. La ferocia dell’autore si riversa in modo particolare sui personaggi femminili : dalla opulenta Bonadea fino alla stupenda piccolezza mentale di Diotima e sono pagine di una ferocia che rasentano la crudeltà… Forse si salva meglio la piccola Rachel , la servetta ebrea che osserva con occhio inconsapevolmente più lucido il grande inutile teatro che si svolge sotto i suoi occhi. Clarissa e Walter , la coppia di amici sono forse più vicini all’autore che tutto sommato riserva loro pagine di una maggiore pietà e il personaggio chiave, l’assassino Moosbrugger riemerge saltuariamente nel mega romanzo fino a rappresentare una sorta di alter ego del protagonista.Arnheim , il prussiano filosofo e finanziere mi viene da dire che rappresenti il pensiero germanico freddamente analizzato nel confronto con l’evanescente e già defunto impero austro-ungarico.Robert-Musil

Siamo nel 1913 , Musil scriverà il suo libro di una vita molti anni più tardi , quando tutto il mondo che ruota intorno alla casa del capodivisione Tuzzi sarà finito da un pezzo, quando si sarà resa inutile l’Azione Parallela pensata per festeggiare in maniera imponente i settant’anni di regno di Francesco Giuseppe , peraltro già morto prima di arrivarci , in confronto ai grandi festeggiamenti prussiani per il Kaiser Guglielmo secondo. Tutti travolti dalla storia che ha nel frattempo cancellato questo esilarante mondo descritto da Musil . In questa mia rilettura disordinata ho ripreso in mano sia il secondo che il terzo volume , non credo sia possibile una lettura organica di tanto materiale così eterogeneo.

Tutti e tre i volumi li ho già in parte letti , in tutti e tre c’è un segnalibro. Nel terzo volume , quello che raccoglie tanta parte del mega romanzo incompiuto, a pagina centocinquantatre i protagonisti, che nel frattempo non hanno neppure gli stessi nomi, arrivano ad Ancona . Sono pagine affascinanti nella descrizione di un mondo adriatico di luci e di profumi marini, peccato che l’azione si sviluppi in modo che questi capitoli restino sospesi , come molta parte della carsica forma di questo romanzo senza fine. Musil morirà nel 1942 , solo due volumi erano stati pubblicati e a distanza di molti anni tra l’uno e l’altro e con curiosità ho anche scoperto che la traduzione italiana avvenne con molto anticipo su quella francese. A chi gli chiedeva perché lui , non ebreo e non ricercato pubblicamente si fosse in realtà rifugiato in Svizzera rispondeva : perché in realtà tutti i miei lettori o erano ebrei o politicamente perseguitati. Gli aforismi di Musil sono addirittura raccolti in un volume a parte. Penso che oggi la sarcastica risposta sui suoi lettori si possa allargare a tutti coloro che hanno il tempo e la voglia di avvicinarsi a questo grande scrittore del Novecento.