Mia madre

[bing_translator]

Dopo il primo commento molto emotivo e a caldo sul film di Nanni Moretti Mia madre cerco di riprendere in mano le mie sensazioni per analizzare meglio questo che sicuramente è uno dei migliori film di un regista che ho sempre seguito fino dagli esordi di Io sono un autarchico. Praticamente il  suo raccontare la vita attraverso i  film ha accompagnato anche gli eventi della mia vita culminata anche nell’avere filmato  proprio nella città dove vivo la storia di un lutto terribile nel film La stanza del figlio. Nella mia vicenda personale avevo vissuto quei momenti e mi era stato difficile anche solo riuscire ad andare a vedere quel film. Poi le altre pellicole si sono dipanate raccontando di sé, ma anche di me attraverso le sue storie, le sue profezie, le sue condanne.

Quindi ero andata a vedere Mia madre relativamente tranquilla, io sono già una madre abbastanza anziana da trovare parallelismi con la storia del film, sono una nonna di tanti nipoti e a suo tempo ho vissuto il vuoto della mancanza dei miei genitori: di una madre insegnante in particolare, i cui allievi venivano a raccontarci la  sua umanità dopo la sua scomparsa. Mi credevo quindi  corazzata e particolarmente preparata, ma poi Moretti con i suoi momenti di genio è riuscito a farmi stare tanto male  con l’inquadratura di per sé quasi banale degli scatoloni di libri nel corridoio che  è stata come una  pugnalata al cuore a da lì non mi sono più ripresa. Sarà che quando mi aggiro per casa fra tutte le mie stanze piene di libri qualche domanda per forza me la pongo.

La semplicissima e sconvolgente e bellissima battuta finale della straordinaria Giulia Lazzarini non è bastata a farmi ricomporre. Lacrimante sono uscita veloce per non farmi vedere dagli amici che comunque ho incontrato e ho visto anche nelle loro espressioni lo stesso sgomento e la stessa partecipazione emotiva che avevo provato io. Non so se questo film così intimo e straziante riceverà dei premi. Non mi interessa, come non credo che interessi anche all’autore. Lui aveva la necessità di raccontare e lo ha fatto con la maestra e il pudore di un grande maestro: con questo film Moretti entra nell’olimpo dei grandi registi del passato, secco e asciutto  Mia madre si colloca accanto ai capolavori di grandi maestri come Bresson e Bergman.