Una grande Bolena

 

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Grande evento all’Opera di Roma , è andata in scena un capolavoro assoluto di Donizetti : l’Anna Bolena.

Quello che rende particolarmente preziosa questa messinscena è l’averla proposta integrale ,cioè senza i tagli cui ricorrono i teatri e le motivazioni sono tante .

Certamente la più importante è quella di avere a disposizione una protagonista straordinaria , di grande vocalità e con una voce di luminosissimo spessore oltre ad un cast omogeneo di alta qualità.

L’Opera di Roma ha avuto tutto questo e il risultato è particolarmente brillante:

Maria Agresta è in un momento di grazia vocale assoluta , le quasi quattro ore di canto le regge divinamente , non sono da meno gli altri interpreti a cominciare da Carmela Remigio (Seymur ), Alex Esposito (Enrico) e la deliziosa Martina Belli ( Smeton).

Validissimi  Renè Barbera (Percy e Nicola Pamio ( sir Hervey).

Il capolavoro donizettiano è la prima opera veramente importante del grande bergamasco , coadiuvato da un ottimo librettista quale Felice Romani e con una vicenda storica di grande impatto storicamente emotivo e in cui  l’autore ha avuto anche la collaborazione di Giuditta Pasta che ne fu la protagonista al debutto nel ruolo.

Certo che ci vuole un grande soprano per affrontare le impervie vertiginose arie , ci vuole tecnica , ci vuole temperamente e tutto questo la grande Maria ce l’ha e ce l’ha felicemente dimostrato.

Non sono , ahimè devo confessare ,una grande esperta di belcanto ma per quanto ne capisco mi pare di potere affermare che anche il podio affidato a Riccardo Frizza sia stato all’altezza come i cori romani affidati al maestro Riccardo Gabbiani .

Dove invece posso esprimermi meglio è il discorso sull’allestimento e la regia Mi diceva sconsolatamente un caro amico che capisce e che in qualità di responsabile del festival Donizetti di Bergamo era presente ,che dalle parti nostre è molto difficile uscire , per così dire dal seminato: sono per mia frequentazione abituata a regie più innovative , ma forse a Roma va bene così.

Un impianto molto semplice scenicamente , le masse che si muovono sempre simmetriche , come da libretto , poi tutti al proscenio a chiudere le arie come belle statuine .

La seconda parte ( l’opera è stata saggiamente divisa in due sole parti) si svolge tutta con una specie di “ascensore per il patibolo “ al centro .

Entrate e uscite come si facevano un tempo , bei costumi d’epoca , personalmente spero sempre qualcosa di più , ma i tempi di allestimento in Italia sono quelli che sono e solo di rado ( ma a Roma ogni tanto questo avviene) ho visto anche qualche importante allestimento coraggioso.

Questa Bolena è comunque preziosa sul piano vocale , questa prima nota a caldo mi viene richiesta dai miei soliti affezionati.. meno di 25 lettori , ci tornerò ancora , smaltita la stanchezza del viaggio lampo e anche su questo si fa per dire : da Ancona a Roma si viaggia su interregionali borbonici e ci vogliono sempre quattro ore!

 

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