Un diavolo per tutte le stagioni

10933898_10152942231250395_1058069525775565887_nQuesta volta abbandono Jonas per parlare di un altro grande cantante tedesco che amo: René Pape.

Qualche giorno fa passava su Classica un Faust di Gounod , edizione ROH, molto tradizionale e molto sovraccarica di orpelli vari con un Grigolo “carino” e smorfioso e una Gheorgiu inguardabile con chioma bionda e gestualità da feuilleton.
Ma c’era un prezioso Mefistofele di Renè, un genio di humor e un cantante dotato di una vocalità eccellente.

Credo che essendo forse un mattacchione nella vita il ruolo del diavolaccio gi piaccia proprio.
Pur essendo io legata ad una edizione del Faust del Met ( una meraviglia al confronto di questa nella quale lo stesso Pape affiancava Kaufmann nel ruolo di Faust) il grande basso interpretava perfettamente e con la stessa carica di ironia il suo personaggio .

Grandissimo anche nel Mefistofele di Boito a Monaco , il suo fisico possente ben si presta a questo ruolo nel quale riesce sempre a dare un guizzo di humor con i suoi occhi celesti e quel naso all’in su che un po’ contrastano con la figura del diavolo.

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Eppure la volta che mi strappò un applauso da loggionista fu in un ruolo serio: fu alla fine dell’aria “Ella giammai m’amò “nel ruolo di Filippo secondo nel Don Carlo a Monaco di cui resta su YouTube anche uno splendido frammento dell’aria sul corpo di Posa “chi rende a me quest’uom” che poi Verdi avrebbe ripreso nel Lacrimosa del Requem.

Pape è anche un grande Gurnemanz nel Parsifal , un grande lunghissimo ruolo del quale una volta lui disse con notevole understatement che la cosa più importante per farlo era avere un paio di scarpe comode.

Tedesco venuto dall’Est riempie di foto spiritose il suo sito , saluta festosamente i fans con acconciature fantasiose e fu il primo a scrivere sul suo sito Je suis Charlie , evidentemente non è un divo lontano dal mondo in cui viviamo.

Ha una famiglia e spesso le sue foto casalinghe acccompagnano gli auguri che rivolge ai suoi affezionati seguaci dalle pagine di Facebook.

Moglie , figlia e anche la mamma fanno capire , molto più di articoli su interviste fotocopia, quanto questo cantante sia anche un uomo decisamente agganciato al mondo reale.

Antidivo per eccellenza ogni volta che lo ascolto , dal vivo o sul tubo non posso fare altro che ammirarne , oltre alla voce possente , la sua carica umana notevole.

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Io sono Charlie Hebdo

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Questo blog si occupa di musica, cultura, teatro ma questa settimana non è una settimana come le altre.

Tutti abbiamo il dovere di parlare di libertà, di rispetto per le idee dell’altro ma dobbiamo essere consapevoli di essere costretti a vivere in un mondo in cui l’orrore e la violenza ormai siano entrate nella vita di ognuno.

Le vite spezzate nel vile attentato a Charlie Hebdo non sono solo le vite di intellettuali scomodi, di vignettisti strepitosi e iconoclasti, le vite dei poliziotti che erano lì per difendere dei giornalisti che in una strada neanche tanto prestigiosa di quella Parigi minore e vicina al mio cuore non rappresentano solo se stessi. Sono le vite di tutti noi europei, di tutti coloro che ancora ciascuno nel suo piccolo mondo di valori cerca di vivere la realtà di un mondo che cambia tanto rapidamente da rendere difficile anche il più modesto percorso di comprensione.

In questo contesto mi ha molto colpito vedere su Facebook che un grande cantante, un uomo di spettacolo (e questa volta non è il solito tenore di cui parlo spesso), ma il grande basso René Pape

abbia cambiato la sua immagine del profilo adottando quella specie di mantra in tante lingue in cui tutti ci dichiariamo “Io sono Charlie Hebdo”.

Lo ammiravo, e molto, come cantante. Ora gli voglio bene come uomo che sente di dovere in qualche modo di partecipare con la sua testimonianza al rifiuto collettivo di tanto orrore.

Siamo ancora tutti attaccati ai nostri televisori, speriamo tutti che presto i feroci assassini vengano presi, vorremmo, perlomeno io, capire anche dei lati oscuri di questa straziante vicenda che ancora una volta ci ricorda la fragilità della nostra vita civile .

Quelle matite spezzate sono le nostre matite spezzate, quel sangue sui fogli per terra nel corridoio della rivista satirica prestigiosa sono l’immagine forte della fine di un‘ illusione.

Il terrore ideologico vive nella porta accanto, al nostro supermercato, nella metropolitana che prendiamo ogni giorno.

L’unico modo per combatterlo è quello di alzare le nostre mani nude tutti insieme e di gridare forte che la libertà di pensiero è la nostra unica forza, la nostra ultima scelta per difendere la più importante ragione di essere: vivere liberi ciascuno nel rispetto dell’altro.