Adventskonzert con Jonas Kaufmann

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Adventskonzert nella chiesa in Nuehauserstrasse in München. Michaelkirche addobbata con un’enorme corona dell’Avvento sopra il grande altare barocco. I bambini del Bayerischekinderchor sembrano finti da quanto stanno fermi.

I rituali saluti e ringraziamenti di rito sono abbastanza concisi, l’assegno importante con la cifra di beneficenza ottenuta mostrato con orgoglio, tutto finalizzato ad una raccolta per l’infanzia come da tradizione. IMG_0878

Poi con precisione teutonica entra l’orchesta con il maestro Zubin Metha, elegantissimo e comincia il concerto con la Londoner Symphonie di Haydn.

Seguono alternandosi l‘Ave Verum di Mozart, cantato dai bambini del coro e un secondo concerto di Mozart con solista di fagotto, ma la mia e non solo mia attenzione è tutta per l’entrata del nostro amatissimo Jonas Kaufmann per il quale, come al solito ci ritroviamo le amiche di sempre. Francesi, tedesche, italiane, olandesi, tutte festosamente unite da questa passione che non è fanatismo, ma direi espressione di amore per il bello e non intendo con questo solo la decisamente notevole prestanza fisica del Nostro.

Source: Hannes Magerstaedt/Getty Images Europe

Source: Hannes Magerstaedt/Getty Images Europe

Si presenta elegantissimo, in grigio col panciotto, addirittura un filo di fazzoletto nel taschino della giacca! Di nuovo magrissimo, festosamente saltellante come un ragazzo felice, si muove con grazia e attacca un meraviglioso assolo: l’Ingemisco dal Requiem di Verdi nel silenzio dell’orchestra che lo segue in pianissimo. La sua voce potente riempie la navata, sicura e intonatissima è sempre incredibilmente più bella. Seguono l’Ave Maria, cantata con il coro dei bambini, ai quali lui dedica calorosissimi applausi alla fine e quel Cantique de Nöel, la cui versione di qualche anno fa è una specie di must per gli auguri di Natale su Youtube.

Ma non basta, prima di un bis, con le mani a megafono sulla bocca ci fa un bel discorsetto con leggerezza, ahimè, il mio tedesco è ancora troppo modesto per capirlo appieno e poi replica l’Ingemisco con ancora più voce spiegata che evidentemente aveva bisogno di riscaldarsi. Per noi orfane del Requiem alla Scala in ottobre una sorta di ricompensa. Deliziosamente addormentati, uno col capo biondo accostato alla testa dell’altro, i suoi due bellissimi bambini accompagnati dal biografo ufficiale Michael Voigt non sembrano essere sedotti da tanta musica sacra, sicuramente però il loro papà era contento che ci fossero.

© Sony Classical - Tutti i diritti sono riservati

Du bist die Welt für mich

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Devo cominciare facendo ammenda su quanto avevo scritto a proposito del Cd di Kaufmann Du bist die Welt für mich.

In realtà quel sentore di pre-nazismo che ci avevo colto c’era tutto , ma non avevo capito il senso dell’operazione nostalgia che lo permeava.

Inoltre cercavo una scusa per comprare anche il documentario che accompagna il concerto di Berlino perché in ultima analisi volevo rendermi conto se una banale operazione commerciale non contenesse anche una motivazione culturale, ipotesi di cui in effetti ho trovato conferma.

© Sony Classical - Tutti i diritti sono riservati

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Il documentario ci racconta di una ricerca attenta, di un filo conduttore che ci porta attraverso le immagini della bellissima Kineteka di Berlino passando per l’archivio della Rundfunk, la radio tedesca, con la dolce e garbata voce fuori campo di Jonas Kaufmann in un percorso che parte dalla seconda metà degli anni ‘20 del secolo scorso fino a quel fatidico 1933, l’anno dell’avvento del nazismo.

Così mi spiego meglio quell’avere messo la bellissima aria di Die tote Stadt verso la fine, come momento di chiusura di un’era come aveva intuito un mio raffinato amico che me lo aveva anche scritto.

Quando Kaufmann ci dice della diaspora di tutti quegli autori e di quei cantanti perché erano quasi tutti ebrei il suo volto serio si intravede dietro una vetrata quasi a rappresentare l’ interrogativo di un giovane nato dopo quella grande colpa del suo paese e che cerca, attraverso un bellissimo finale in cui tutti i protagonisti di quella era vengono raccontati seguendone i diversi destini, di trovare una ragione di tutto ciò.

Dal tragico destino di Joseph Schmidt a quelli dei più  fortunati emigranti di Hollywood. Tutti però dispersi da quel tremendo giro della storia della Germania che è stato l’avvento del nazismo.

Un documentario sulle canzoni, ma non solo.

Dietro, e ne ho avuto conferma, c’è un’analisi storica molto rigorosa.

Chiamale se vuoi, emozioni – Kaufmann e Opolais in Manon Lescaut

Parlerò più approfonditamente della messa in scena di questa Manon quando l’ avrò vista e sentita a Monaco il 7 dicembre, sperando non ci siano intoppi sia nel mio andare a Monaco che nel trovarci il cast principale, altro non dico!

Posso però intanto parlare della bellissima esperienza dell’ascolto collettivo di alcune persone che magari personalmente neppure si conoscono, ma che attraverso al magica rete di Facebook si sono scambiate le emozioni reciproche durante l’ascolto via etere.

Il ritorno trionfante della radio, direi innanzitutto.

Aveva un sapore antico stare attaccati a una fonte sonora mentre con la fantasia potevamo ripercorrere altre messe in scena della stessa opera (personalmente ne ho viste tante) oppure semplicemente supplire con la fantasia ed inventarsi la scena proprio come ognuno se la poteva immaginare, il che per la verità ha il suo fascino e ci permette di godere meglio la qualità delle voci, la scelta dei tempi della direzione d’orchestra e anche lo strano mix di tutto questo che si tramuta semplicemente in quelle che, come avrebbe detto Lucio Battisti, “chiamale se vuoi, emozioni”.

Kristine Opolais e Jonas Kaufmann © Tutti i diritti sono riservati all'autore

Kristine Opolais e Jonas Kaufmann © Tutti i diritti sono riservati all’autore

Forse disturbava e non poco la voce del suggeritore , incautamente messo troppo vicino ad una fonte audio e anche l’orchestra in certi momenti sovrastava talmente da avere effetti un po’ bandistico .

Comincio dalla lettura di Antinoglu: decisamente buona, ma per una fan di Antonio Pappano certe accelerazioni sull’Interludio e certi effettacci fracassoni, ammettendo la difficoltà della ricezione forse non calibrata nelle fonti, possono avere influenzato negativamente il mio ascolto. Lascio all’ascolto diretto la valutazione definitiva anche se già a New York durante il Werther avevo già avuto le stesse impressioni di alcune forzature ad effetto.

Sulla compagnia di canto direi che non fossero estremamente curate le voci e la dizione dei personaggi di contorno tanto che il capitano della nave se ne è uscito con uno strano “ aprite il porto che sembrava piuttosto aprite il pozzo…e fino a Geronte non mi pare che ci fosse molta cura sia nella dizione che nelle voci con un apprezzamento a parte per le voci del Madrigale. Pulita la voce di Lescaut , di buona dizione e di tenuta musicale.

Di Kristina Opolais posso dire tutto il bene del mondo, se non altro perché ha riportato il sorriso e la gioia di cantare a Kaufmann. La sua voce, chiara e pulita forse ha ancora bisogno di trovare la profondità necessaria alla drammaticissima parte che le è affidata, ma quando la sua voce si unisce a quella di Des Grieux magicamente acquista spessore e tenuta drammatica.

Kristine Opolais e Jonas Kaufmann © Tutti i diritti sono riservati all'autore

Kristine Opolais e Jonas Kaufmann © Tutti i diritti sono riservati all’autore

L’ho lasciato in fondo apposta perché voglio dichiarare tutto il mio amore e tutta la mia ammirazione per il più perfetto, drammatico, disperato Des Grieux che abbia mai sentito in vita mia. Se fosse possibile direi che è anche migliorato rispetto a Londra, non avevo mai pensato come si possa trasmettere in silenzio via radio la disperazione e il pianto come riesce a fare Jonas Kaufmann. Unico nella sua perfetta dizione italiana, nella tenuta vocale, nella tensione emotiva.

Unico Des Griex straordinario su tutta la scena mondiale al momento finché, e non so quando, ne possa nascere un altro alla sua altezza.

Viva Puccini!

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Quando sulle ultime note della Manon Lescaut una voce chiara e italianissima ha urlato Viva Puccini! anche il mio cuore ha esultato in totale sintonia.

Ho anche aggiunto un mio personale viva Jonas! perché in quel momento le due emozioni erano inscindibili.

Inchiodata da quattro ore all’ascolto dal Bayerichestadstoper della stupenda opera pucciniana ho avuto il vantaggio di non vedere la insulsa e intellettualistica (e aggiungerei inutile) regia di Hans Neuenfels ma di ascoltare una grande performance di Jonas Kaufmann, coadiuvato dalla sua compagna Kristine Opolais che quando canta con lui cresce di voce e di interpretazione.

Kristine Opolais e Jonas Kaufmann © Tutti i diritti sono riservati all'autore

Kristine Opolais e Jonas Kaufmann © Tutti i diritti sono riservati all’autore

Solo un grande enorme artista regge l’opera, tanto a lui quello che accade intorno non lo interessa, lui vive il suo tormentato eroe direi addirittura incurante di quanto lo circonda.

Il suo italiano è sempre più fluido e non ha neppure quelle piccole impuntature che comunque me lo facevano amare lo stesso, adesso è perfetto e ben consapevole del valore delle parole.

Si conferma anche un musicista vero: nel trailer ufficiale alla domanda quale momento preferisca, dopo aver detto che è difficile scegliere, però indica la ripresa nella romanza del terzo atto delle note dell’Interludio e capisci il suo orecchio perfetto, la sua tenuta vocale e soprattutto la sua totale immedesimazione nel ruolo.

Jonas Kaufmann © Tutti i Diritti sono riservati all'autore

Jonas Kaufmann © Tutti i Diritti sono riservati all’autore

Credo che attualmente la sua arte di tenore sia senza confronti.

Spero molto che lui regga tutte le repliche, io ho il biglietto per l’ultima, comunque qualche volta l’ascolto solo via audio dà l’ulteriore vantaggio di godere forse meglio la preziosità della sua voce e se sarò fortunata mi auguro anche di riuscire a dirgli ancora una volta grazie per tutti i bellissimi doni che ci offre.

Da cosa fuggi Jonas?

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Fuggi da tutti i roten Tappisch, red carpet e diavolerie simili, fuggi da Du bist die Welt che ormai non riesci più neppure a cantare in bagno la mattina sotto la doccia?

Mentre ti fai la barba no, perché ora non te la fai…

Fuggi da queste pacchianate televisive (e chi mi parlerà male della televisione italiana lo terrò inchiodato le tre ore del premio Bambi per punizione), fuggi e torna nel tuo bellissimo frac d’ordinanza a cantarci con la tua meravigliosa voce gli splendidi Lieder come solo tu sai cantare, fuggi e torna nei bei teatri d’opera dove all’uscita i tuoi e le tue fans, un po’ più abbondanti le seconde, ti aspettano all’uscita con fiori, libri e magari anche biscottini.

Jonas Kaufmann © Tutti i Diritti sono riservati all'autore

Jonas Kaufmann
© Tutti i Diritti sono riservati all’autore

Non come in quegli orribili posti, tipo San Sebastian, in cui magari neanche ti conoscevano bene e le ragazzine non ti chiedevano i tuoi preziosi autografi.

Ora riprendi i panni, quelli sì eleganti, del Cavalier Des Grieux, nei quali ti cali benissimo e incantaci con la tua stupenda voce non distorta da malefici microfoni, illuminato da luci pacchiane da XFactor.

Non importa se a qualcuno non piacerà la regia, tanto tu veleggi ben al disopra di ogni allestimento, il tuo mostruoso talento che forse un po’ ti consuma (ahimè anche tu hai qualche ruga di più ultimamente) ti permette di essere quel meraviglioso camaleonte come tu stesso ti definisci e incarnare ogni volta un nuovo incredibile personaggio che ha un solo difetto: è irripetibile.

Jonas Kaufmann © Tutti i Diritti sono riservati all'autore

Jonas Kaufmann © Tutti i Diritti sono riservati all’autore

Laudatio per l’assente

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Avrei voluto cominciare a riempire il mio nuovo spazio del blog con un articolo sul rientro di Jonas Kaufmann dopo un lungo mese di assenza dai palcoscenici di tutto il mondo.

Invece mi tocca fare un articolo sul cambiamento del nostro mondo velocizzato dal web.

Ebbene, la notizia della defezione del caro tenore alla premiazione degli Echo Klassic al Gastaig di Monaco è arrivata in rete esattamente alle 18 e 23 , non dalla Germania che sarebbe stato quasi logico (in fondo lo spettacolo, in differita in tv alle 22 su ZDF ) si era svolto in diretta alle 16, ma addirittura dagli Stati Uniti !

Poi in un vorticoso giro del mondo in pochi minuti la notizia è rimbalzata in Francia, in Germania, in Polonia. Addirittura una brillante signora argentina ha mandato una mail infuocata agli agenti del caro tenore che stanno a…New York.

Anch’io ho avuto un attimo di smarrimento leggendo la notizia: alle affezionate ammiratrici del fantastico artista era un po’ pesata una lunga serie di defezioni in tutta Europa.

Ma si sa, i cantanti si ammalano come tutti i comuni mortali e per rimettersi gli ci vuole un po’ più di tempo , loro lavorano con la voce che non è uno strumento che si può mandare ad aggiustare dal liutaio.

IMG_0817Quello che però questa volta ha fatto un po’ la differenza è che, praticamente cinque minuti prima dello spettacolo, al telegiornale delle 21 e 45 ancora annunciavano trionfalmente la presenza di Kaufmann tra i premiati e la faccia triste di Carreras che doveva fare la laudatio del Nostro ci confermava che la defezione era veramente stata annunciata last minute.

Fra i tanti pensierini della sera me ne è venuto uno morettiano : vi ricordate la frase “mi si nota di più se ci vado e sto zitto oppure se non ci vado per niente ?

E giù un pezzettino del video di Berlino con il pezzo che avrebbe dovuto cantare in diretta.

Vorrei tranquillizzare lo staff dell’artista: il CD e DVD si vendono lo stesso, anche senza questi

scherzi cattivi dell’ultima ora.

Il problema invece riguarda il futuro: il calendario sia ufficiale che ufficioso prevede la presenza (al freddo di Berlino) di Kaufmann per la cerimonia di commemorazione per il 25° anniversario della caduta del Muro il 9 di novembre, il ritiro di un premio (Bambi, sic!) il 13 del medesimo novembre e udite udite la prima della Manon Lescaut di Puccini a Monaco il 15.

Evento attesissimo anche per la presenza di quell’altro mostro sacro che è Anna Netrebko

tanto che le sette repliche sono già tutte sold out da tempo.

Allora la domanda vera è: riusciranno i nostri piccoli spettatori, tra i quali tristemente, e solo per l’ultima replica ci si mette anche la sottoscritta, ad avere la speranza di vedere e soprattutto di sentire dal vivo il grande cantante ?

Ed ecco il mio appello finale:

Caro Jonas, credimi, noi ti vogliamo bene e anche se non sei al massimo della tua forma noi ti amiamo lo stesso, lo so che già il tenore sostituto fa i vocalizzi, ma noi ti vogliamo rivedere con o senza i famosi ricci che sadicamente ti stai tagliando, con o senza il braccialetto estivo, con o senza la forma fisica di cui vai così fiero.

Curatevi… mertate un avvenir migliore…con affetto
Adriana