Concerto di Pasqua

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Giorno di Pasqua. Comincia col sole, freddo come in montagna intorno infatti c’e la neve, per ora anche un raggio di sole. Vado al Duomo per la Messa grande, mi presento molto per tempo infatti sto seduta e anche la mia amica Brigitte arriva presto cosi ci godiamo una messe cantata a livelli notevoli: la Nelsonmesse di Haydn, mai sentita, ma da ricercare perché notevole, ad alto livello, non a caso siamo a Salisburgo anche l’orchestra e il coro che poi riceveranno il pubblico ringraziamento da parte del vescovo. Molto orgogliosa del mio tedesco perché riesco a capire le letture (vabbè era un gioco facile, sapevo quello che leggevano), ma ho anche capito abbastanza bene anche l’omelia, il che vuol dire che le mie modeste cognizioni germaniche stanno migliorando.Romantica passeggiata al cimitero antico della chiesa di San Sebastiano. Ci sono sepolti il padre, la sorella e la moglie di Mozart, cerchiamo invano la  tomba di Haydn ma evidentemente mi hanno informato male, c’è invece la tomba di Paracelso. Poi piccola sosta al solito Hotel Sacher, spuntino per riscaldarci un po’ perché fa veramente freddo. Ce lo confermano i radi fiocchi di neve che svolazzano sui nostri vestiti. Vantaggio del freddo è la rarefazione dei turisti  che si aggirano rattrappiti nei loro piumini allacciati e comunque seguitano a non guardare se non attraverso ogni sorta di obbiettivo.

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Concerto di Pasqua: primo concerto per pianoforte e orchestra di Tchaikovsky con un virtuoso Arcadi Volodos e un grandissimo Daniele Gatti. Quando la musica è miele e l’animo vola felice, conosco ogni movimento credo da sempre e non mi accorgo che ad un tratto è finito! Guardo l’orologio stupita…quaranta minuti volati in un attimo…poi il bis. Sadicamente Volodos non ci dice cosa suonerà, un pianissimo, lentissimo dolce e non so assolutamente cosa sia…spero di vedere qualche faccia da musicista ma il pubblico impellicciato e impomatato di questo festival mi dà poche speranze. Se ero a casa lo avrei saputo. Nella mia testa ho sentito delle strane risonanze delle Variazioni Goldberg ma capisco di essere lontano, poi un decrepito vicino mi dice Scriabin, un altro invece (che poi si dormirà tutta la seconda parte ) mi dice “nobody know” e io che mi ero anche preparata la domandina in tedesco non riesco a sciogliere il mistero. Seconda parte : decima sinfonia di Shostakovich, anche stavolta il tempo mi vola. Gatti che vedo molto vicino di profilo se la canta praticamente tutta ed ha anche una mano sinistra che in alcuni momenti mi ricorda addirittura il mitico Claudio. L’orchestra si conferma di una compattezza e potenza di suono oggi veramente a vertici assoluti in ogni sua sezione, con una curiosità: una giovane donna alle percussioni, bravissima. Ma sono talmente tutti cosi bravi che alla fine Gatti abbraccia commosso stringendolo forte il primo violino, che ricambia l’abbraccio vistosamente commosso anche lui. Il pubblico invece non arriva alla sufficienza, un autentico cronicario. Raramente si riesce ad avere un fortissimo di tosse così ben strutturato in ogni cambio di tempo sinfonico!

Tornando in albergo sotto pioggerellina leggera penso che comunque mi sono regalata una bella Pasqua.