Made in Heimat

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Strano festeggiare il 25 aprile in Germania , sono in aeroporto e sullo schermo del bar vicino al gate di partenza sfilano le immagini del Capo  dello Stato alle Fosse Ardeatine , come non pensare al “nemico” che parlava questa lingua che amo e che cerco vanamente di imparare ad una età in cui è già molto se mi ricordo la mia ! Eppure questa Germania che non rimuove  , ma che accetta di misurarsi col suo passato molto di più di quanto facciamo noi col nostro , ugualmente pesante , seguita a piacermi molto. Difficile spiegare se non con la cultura , attraverso la Storia , quella con la maiuscola alcuni passaggi importanti del passato per molti motivii analogo a quello che e stato la formazione di uno stato unitario , sia qui che in Italia . Con le dovute differenze Italia e Germania sono due stati giovani , le contraddizioni e gli errori ( e gli orrori ) ci accomunano.11154960_1219452688081905_7233415482845707164_o

Ma una foto che ho scattato al  Viktualienmarkt  stamani mi ha dato una chiave di lettura . Un chiosco che vende souvenir in tutte le lingue  sovrastato da “Made in Heimat” parola intraducibile che da un senso quasi sacrale all’idea di patria. Forse  ancora noi abbiamo troppe heimat, troppe piccole patrie per sentirci veramente uniti. E questa è una piccola riflessione aroportuale , la butto là , alla riflessione  di chi mi segue. Riflessione frivola : Jonas  Kaufmann sa fare l’espresso con l’abilità di un consumato barista italico ! Mi piacciono le sue mani tozze che si muovono con lievità mentre pressa e pareggia il caffé nel misurino e seguita a parlare disinvoltamente nel suo elegante tedesco colto. Si può amare un cantante per la sua voce unica e mirabile , per la sua arte scenica  e diciamolo pure , per il suo sguardo che incanta. Ebbene , io da oggi lo amo anche per come sa fare  il caffè vero ( anche se io a mia onta perenne  bevo piu volentieri quella sbobba del caffe Americano ).

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Ultima riflessione , leggo con enorme interesse , ma in molti casi è piu giusto dire rileggo Giovanni Verga . La curiosità mi era venuta  a Salisburgo quando ho letto nel corposo programma del Festival Cavalleria rusticana…in inglese. Cerco a casa , ma i miei figli forse si sono venduti i classici studiati al classico e non trovo piu neppure i Malavoglia  ( magari hanno una costola diversa e nel disordine organico dei miei troppi libri non li trovo ). Vado allora in libreria e mi ricompro  il Verga di tutti i racconti. Sconvolgenti e attualissimi , basta in lieve spostamento e ritrovo tutte le miserie del mondo , tutte le vite perdute raccontate con una secchezza ed una forza che non mi ricordavo assolutamente possedessero. Se i giovani sapessero , se i vecchi potessero , mi piacerebbe pero che magari spinti da una curiosità banale qualche ragazzo si leggesse Rosso Malpelo. Un capolavoro assoluto.

5 thoughts on “Made in Heimat

  1. Ich bin wohl einverstanden. Mein lieblingswort ist “HEIMAT”. E, come disse Vittorio De Sica, chi vuol capire capisca.

  2. Non vorrei alimentare una stupida polemica già archiviata……..probabilmente avremmo dovuto regalare Vita dei campi a Philipp Stoelzl

    • Già , non pensavo a lui leggendo , pensavo ai nostri giovani che non leggono piû niente.

  3. Verga…..,certo rileggerlo sempre!!!….e ai giovani/astri dico: Promessi Sposi idem !!! (a propos delle nostre tante Heimat)

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