Macerata, l’Aida

 

 

IMG_0188Cominciai ad amare il capolavoro verdiano quando sfrondato di tutti gli orpelli , templi , palmizi e animali vari in scena lo sentii in forma di concerto diretto da Pappano a Roma .
Lo ricordavo mentre provavo lo stesso piacere di puro ascolto nello spettacolo messo in scena con la regia di Francesco Micheli che è la ripresa di quell’Aida di cui tanto si parlô due anni fa .
É uno spettacolo tutto sommato molto semplice e addirittura didascalico , la storia raccontata con le indicazioni dei nomi e con la grafica delle proiezioni diventa così spolpata quasi una forma semiscenica , in definitiva di nuovo è il predominio della melodia a risaltare .
Sembra uno spettacolo provocatorio , in realtà è molto tradizionale e perfettamente aderente a quella nuova ricerca della messinscena che privilegia l’ascolto alla pompa d’un tempo.
Non a caso si cita il ricordo all’inizio sul grande muro -laptop ( che acustica aggiunge la pedana !) e si proietta la storica foto dell’Aida del 1921 che inaugurò la nuova vita di questo spazio magico edificato per il gioco della palla-bracciale dai cento consorti ricordati nella facciata. Nel 2017 é intelligente fare l’Aida cosî.

Ottima compagnia di canto su cui svetta il sicuro Radames di Stefano La Colla che ci regala anche il raffinato diminuendo dell’aria di apertura « se quel guerrier io fossi « .
Gli é ugualmente valida partner anche l’Amneris di Anna Maria Chiuri che si permette anche di cantare sdraiata di spalle facendo comunque giungere la voce dalla dizione forte e chiara agli ascoltatori.
Forse l’Aida di Maria Pia Piscitelli é l’anello debole di questo prezioso triangolo . Non le manca niente , le note ci sono tutte , la dizione chiara ma non scatta l’applauso alla fine di «  patria mia » e un po’ me ne dispiace.
Ottimo il Re di Cristian Saitta , sicuro il Ramses di Giacomo Prestia , con qualche problema l’Amonasro di Stefano Mei sicuramente giû di forma.
Nel complesso il divertente spettacolo , orbato per un guasto tecnico di un particolare effetto che turbava il regista e che a mio avviso è stato risolto egregiamente era diretto da Riccardo Frizza , buon direttore che ha i suoi tempi ..preziosamente dilatati .
Orchestra , coro , banda cittadina in ottima forma . Divertenti le danze della compagnia Artemis danza e i costumi di Silvia Aymonino.

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