Del recitar cantando

 

 

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Torno sopra un argomento che per molti amanti della lirica è sicuramente marginale ma che a mio avviso fa oggi la differenza tra una messa in scena banale e una eccezionale..

Parlo di piccoli gesti , quelli che colpiscono il mio amico “critico/spinto” e che regalano quegli attimi indimenticabili che fanno dire : io c’era.

Lui fa riferimento ad un picccolo gesto sensuale della grande Anna ( che ha un grande difetto comunque ed è quello di imporre il marito ) e io invece faccio riferimento al contrario a quello che non si dovrebbe fare : in un minuscolo video amatoriale sulla morte di Violetta , magica lei , c’è un piccolo neo : Armando dà un’occhiata al Maestro ..” non sia mai cadessi fuori tempo” …e la frittata è fatta!

Per molti anni ho combattuto insegnando recitazione ai ragazzini e devo dire anche ottenendo pregievoli risultati , infattti ad alcuni ho rovinato la vita facendogli scegliere la ingrata via del palcoscenico.

La prima lezione era sempre la stessa . Urlo disumano da parte mia : fermi con la manina!

Trappola infernale , la mano . Quando parliamo , anche gesticolando , non facciamo mai quel gesto innaturale di tenere la mano a mò di elemosina , rovina qualunque battuta , anche una meravigliosa tirata sofoclea-

Rischio due : allargamento delle braccia a sproposito , se non li blocchi in tempo gli attori sembrano tutti dei vigili urbani che dirigono il traffico .

Quindi : ferma la mano , non allargare le braccia …e si ottengono risultati di incredibile realismo e phatos.

Se applicato alla lirica diventa un metodo impietoso di giudicare il livello di qualità attoriale ed ecco perché solo pochi , anzi pochissimi non cadono nella trappola gestuale.

Sono i cantanti preparati , quelli che non hanno paura della nota da emettere , quelli che hanno studiato tanto da permettersi di scordare che stanno cantando e recitando una parte.

Colpa grave la hanno anche i registi che non curano la recitazione , magari preoccupati di far marciare i cori in fila per due ( col resto di tre) e non perdono tempo a spiegare che non è piantandosi a gambe larghe e braccia spalancate che si ottiene un minimo di credibilità per quello che si canta ( e si dice).

Oggi poi che le riprese video sono così frequenti si aggiunge il rischio dell’occhiata al Maestro , inevitabile , ma che deve essere discreta ,impalpabile direi e solo alcuni bravi ci riescono quasi da farla sembrare distratta.

 

A questo punto i melomani veri , quelli per i quali conta la “canna” mi sommergeranno di insulti . So bene che una voce non la rimedia la buona recitazione , ma so anche che una voce senza una buona preparazione attoriale non diventerà mai una gran voce , non ci farà fremere sulle note anche troppo conosciute ma che tornano nuove e vere solo nella magia di un canto naturale e credibile.

Ovviamente non parlo mai in astratto , questa nota mi è venuta in mente mentre guardavo in televisione un faraginoso Don Carlo , pieno di colonne e stendardi ,di abiti rigorosamete belli che “ohibò ! sembrano usciti da un quadro” laddove la tragica storia di quel povero figlio di Filippo secondo , orbata pure dell’atto di Fontainebleau e nel quale i tre magici duetti d’amore si svolgono sempre il più lontano possibile l’uno dall’altra , i gesti di tutti sembrano essere dettati esclusivamente dall’esigenza di passeggiare in qua e in là per la scena.

Nel caso di specie si salvava solo un gran Filippo secondo , al secolo un notevole Ibdar Abdrazakov.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

4 thoughts on “Del recitar cantando

  1. Adriana, ti lamenti del Don Carlo di Rai 5, perché non hai visto la Manon Lescaut di ieri sera! Il fatto è che, purtroppo, il recitar cantando a volte richiede anche un aspetto fisico idoneo: non che Kunde e la Siri non recitassero. anzi! Nel grande duetto del secondo atto hanno tentato anche la scena erotica, ma, a parte che lui ci ha messo mezz’ora per slacciare il corsetto di lei, i successivi rotolamenti per terra erano ridicoli…. Lo so che Monserrat Caballe riusciva ad essere sensuale facenso la danza dei sette veli della Salome in calzamaglia color carne, nonostante la mole, ma evidentemente non è da tutti. Forse i registi dovrebbero scegliere i cantanti anche in considerazione della parte. Kunde può essere ancora un ottimo Otello, ma non può piu fare De Grieux. E allora, largo ai giovani talenti!

    • E’ che anche i cosiddetti giovani talenti non mi pare brillino troppo . Forse ce ne sono di piu in campo femminile . Il panorama maschile attualmente mi sembra abbastanza sguarnito.

  2. Mi è piaciuto molto questo testo e come al solito Ho imparato close nuove.
    Ieri Ho visto al cinema ” La forza del destino ” con J.Kaufmann e Anja Harteros.
    Opera di Munich 2015; ho pensato a te,sono sicura che l’avresti ascoltata dal vivo!!!! Che bellezza, le voce e quella meravigliosa musica di Verdi!!!!!
    Come sei fortunata Adriana!!!!!!!
    Carissimmi Saluti.

    • Vista varie volte dal vivo e in dvd . Fantastica l’aria di Alvaro che comincia sotto il tavolo …e poi il salto nel duello , cantando a tempo! Una delle migliori messe in scena degli ultimi anni.

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