L’eredità di Pina Bausch

Sul bellissimo canale culturale ARTE’ , adesso visibile anche in Italiano si può vedere un documentario di quasi un’ora sul momento attuale della mitica compagnia di danza fondata a Wuppertal da Pina Bausch.

Oggi esiste anche una Fondazione a lei intestata e nel video c’è anche una bella intervista al figlio Salomon Bausch.

Ho molto amato il teatro danza di Pina Bausch e proprio per questo il 30 giugno 2009 ero a Spoleto , al Teatro Nuovo per vedere l’ultima produzione della grande coreografa.

Prima dell’inizio arrivò la notizia della morte improvvisa di Pina e i ballerini si esibirono lo stesso , piangendo .

Ricordo quel giorno con immensa emozione : lo spettacolo si chiamava Bamboo ed era il solito miracolo di poesia della grande coreografa.

Pina aveva fondato la sua compagnia nel 1973 e nel tempo furono quaranta le sue produzioni. tra cui il mirabile Cafè Müller , nel quale danzava anche lei, che  risale al 1978  e lo sconvolgente Sacre du Printemps .

Lavorò anche a Palermo con uno stupendo spettacolo in collaborazione con il teatro Biondo e io avevo cercato , per quanto mi è stato possibile di andare in giro a vedere le sue produzioni.

Adesso , dopo dieci anni dalla sua scomparsa , la compagnia sta cercando una nuova strada , ripetendo il suo metodo straordinario affidandosi ad un giovane coreografo e il nuovo  spettacolo ha cominciato a girare nel 2019 a Londra e a Parigi.

Il documentario racconta questo e molto altro ancora .

Una delle danzatrici di Pina racconta che su YouTube i giovanissimi seguitano a rivedere le creazioni ormai storiche , sembra addirittura che le preferiscano a più moderne e provocatorie creazioni di danza.

Difficile spiegare Pina a chi non l’ha conosciuta : la sua ironia , la sua poesia , il suo teatro sono unici e forse irripetibili.

Spero che la compagnia , attuando un metodo che fu suo riesca a ritrovare una vena di creatività , altrimenti finirà per essere solo una compagnia storica che ripropone tutto quello che la Bausch ha creato nel tempo.

Da quello che si vede nel documentario mi pare che la strada del rinnovamento sia positiva e spero che , magari in futuro, la compagnia torni ad esibirsi anche in Italia.