Anita e la Georgia

probabilmente non avrei seguito con interesse i moti popolari che avvengono in Georgia se non avessi tra i miei cari amici  cantanti un’amica particolarmente brava e contemporaneamente così vicina al mio cuore.

Conosco Anita , e ho imparato a pronunciare il suo difficile cognome : Rachvelishvili da molti anni ormai , praticamente da quando la scoprii nella mirabile Carmen della Scala nella quale  fece il suo clamoroso debutto.

Poi tramite una cara amica comune ho cominciato a seguirla anche in varie occasioni e sono stata da lei in camerino tante volte, quando il suo gentilissimo marito Otari ( una montagna di gentilezza) mi veniva a prendere ,anche all’Opera Bastille dopo una sua clamorosa Dalila.

Ho la sua amicizia su Fb e mi incuriosivano i suoi post in quegli  strani caratteri che sembrano un merletto e lei orgogliosamente  mi ha raccontato del suo paese nel quale vivono circa tre milioni di persone che parlano quella strana lingua e scrivono in quello strano modo.

C’era molto orgoglio quando me ne parlava , un piccolo paese ai confini del Caucaso, dove quasi tutti i cognomi finiscono in “vili” .

Spesso nel suo camerino ho visto parenti e amici georgiani,c’è in questa bellissima donna forte , forse per me in questo momento il miglior messosoprano del mondo , un forte attaccamento alla sua terra.

Adesso Anita posta immagini di guerriglia , feriti, gente a terra . Sicuramente un piccolo paese indipendente dalla Russia da troppi pochi anni per non essere ancora sotto una minaccia continua .

Ho visto campi tagliati in due dal filo spinato , l’Ossezia è molto vicina , anzi praticamente questo piccolo paese orgoglioso è vittima di equilibri che non riesce a gestire , schiacciato com’è dalla Russia incombente.

Eppure , lei mi spiegava , che i giovani si sentono molto vicini all’Europa , vivono la loro orgogliosa diversità e difendono la propria autonomia conquistata da pochissimi anni.

Un servizio televisivo raccontava  che la Georgia è uno dei paesi più poveri di quella parte del mondo che sembra tanto lontana e che in realtà non è molto lontana da noi.

Con l’aiuto del traduttore , ma chissà cosa ne viene fuori davvero , cerco di seguire le vicende georgiane , quando vedo immagini di Tblisi mi metto in ascolto con più attenzione .

Nel nome di una grande cantante che adesso soffre i problemi della sua patria così tanto amata e altrettanto orgogliosamente difesa.