Le città invivibili

 

 

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Forse non sarà possibile tornare indietro , forse il mondo globalizzato ha prodotto risultati neanche lontanamente immaginabili nel secolo scorso.

Certo che visitare oggi Firenze e Venezia produce un senso di smarrimento se non addiritura di angoscia che non si prova al confronto in nessuna città turistica.

Ho avuto la fortuna di nascere in una di queste e di vivere per molti anni anche nell’altra .

I miei figli grandi avevano i nonni nelle due bellissime città e una volta un mio bambino , svegliandosi in macchina dopo una giornata di gita aprì gli occhi sul panorama di Firenze : alla vista del Cupolone esclamo: com’è bella Venessia! la frase divenne lessico familiare a indicare in una summa estetica ogni bellezza profusa in entrambe.

Oggi non è più così: chi arriva da turista ha diritto di visitare il bello , ma quel bello è nascosto dalla volgarità delle botteghe , dalle masse in fila davanti ai musei , spesso dalla inverecondia del loro vestire .

Chissà perché lo straniero in Italia pensa sia lecito girare in mutande , mangiare per terra , lasciare tracce del proprio passaggio come cavallette infestanti.

Ci provassero a casa loro , sai che belle multe prenderebbero!

Non mi scandalizza lo scandalo provocatorio . Storicamente a Venezia c’erano cortigiane che mostravano le loro bellezze dalla finestra : non a caso c’è ancora il Ponte delle tette a ricordare la storia.

Né mi scandalizzano le greggi davanti all’Accademia a Firenze in fila per vedere il Davide, mi scandalizza quello che resta per strada dopo il loro bivaccare ,inno alla plastica e non solo.

 

Una volta lessi un libro bellissimo :le città invisibili di Italo Calvino.

Queste città magiche avevano tutte nomi femminili , vivevano in un ultramondo incantato , sospeso.

Un tempo al turista che arrivava a Firenze e a Venezia credo che le due città portassero nelle loro bellezze lo stesso incanto delle città di Calvino.

Oggi vedranno , se riescono a superare i muri umani solo le teste di quelli davanti a loro , in un pesante odore di cibo oscenamente diffuso.

 

Mi si potrebbe dire che tutta l’Italia è piena di città d’arte città bellissime , tutte ugualmente invase dal grande turismo di massa , ma in alcune di esse come Roma e Napoli esiste un anticorpo naturale : l’enorme bellezza fa da anticorpo al disordine , la loro vitalità sfacciata tiene testa all’offesa.

Fienze e Venezia no , la loro bellezza fragile andrebbe assaporata lentamente , come facevano al tempo del Grand Tour i visitatori che lentamente calavano dalle Alpi .

 

Il numero chiuso potrebbe essere una risposta? Chissà come si ribellerebbero gli albergatori , i commercianti , i ristoratori.

Tutto sommato ogni provvedimento di questo tipo produrrebbe l’effetto colabrodo , risposte serie non ne ho .

Però chiudere il Ponte della Libertà a Venezia e recuperare qualche cinta daziaria a Firenze….tanto per fare un sogno calviniano….potrebbe funzionare.