Un cambio di programma

 

 

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Ho una cara amica viennese che qualche volta gentilmente mi compra i biglietti delle performance di Kaufmann.

Gentilissima e colta parla un buon italiano e ci siamo conosciute in uno strano paese che si chiama Cesky Krumlow proprio in una occasione ..kaufmanniana .

Quest’inverno ero con lei a Vienna per il bellissimo concerto Italienisches liederbuch di Hugo Wolf e per farmi cosa gradita mi aveva già comprato il biglietto per il concerto “l’Opera” di maggio.

Ma io , che il concerto delle arie francesi lo avevo già sentito a Monaco ho preferito , ringraziandola molto , rinunciare alla trasferta e lei molto gentile ha subito rivenduto il prezioso biglietto attraverso un magico sito.. unofficial.

 

Questa premessa serve a raccontare come , quasi per grazia ricevuta io sia in realtà andata a Roma ad assistere a due preziosi eventi , di quello che si ricordano ..per il resto dei propri giorni.

La Nona di Mahler e Billy Budd di Britten , due serate davvero uniche e tutto grazie ad una mia rinuncia ( forse saggia) di andare ad ascoltare un concerto che sarà stato anche divertente ma che niente avrebbe aggiunto alla mia sete di conoscenza e di arricchimento spirituale.

Ne ho già parlato sul blog , sono state due serate uniche e magiche insieme e sono anche la dimostrazione che essere monomaniaci non porta molti frutti.

 

Contemporaneamente però leggendo molti commenti estatici delle neofite seguaci del tenore  ho capito che Kaufmann è diventato un fenomeno mediatico che poco a a che vedere con la lirica .

Basta che si inventi un bis in cui canta l’aria della soprano nei Contes di Hoffmann , peraltro stravisto in tutti i siti, che la faccenda diventa ..indimenticabile!

 

Non a caso affezionate seguaci di un tempo sono meno fanatiche di tutto quello che canta, le vere melomani seguono un panorama più vasto di cantanti e di conoscenze musicali .

Comunque , se la kaufmann-mania porta più gente a teatro non è affatto disdicevole . Basta sapere che gli idoli restano tali , anche nella memoria e dobbiamo essere grati a chi , magari per vie traverse , porta ancora le folle ad ascoltare della buona musica , cantata divinamente , nei teatri d’Europa ed oltre.