Kaufmann forever

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foto del magico , inossidabile Angelo Capodilupo

Chénier con le braghe e gli stivali di Cavaradossi.

Fa molto Finis Austrie questa rappresentazione viennese dello Chénier:

scene vetuste , abiti recuperati qua e là , parrucche polverose.

Ovviamente le due superstar Hartesos e Kaufmann si divertono , il pubblico delira , specialmente le spettatrici, il teatro sold-out, l’operazione perfettamente riuscita.

Resta da vedere se questa tappa viennese del must di Umberto Giordano , per molti anni lontano dalle scene, resterà memorabile negli annali dello Staatsoper viennese.

Personalmente ho smesso da tempo di rincorrere il cosiddetto “repertorio” , aspetto il grande cantante a più grandi imprese o anche riprese , ciò non toglie che il 29 mi metterò davanti allo schermo se non altro per godermi  “passa la vita mia come una bianca vela “, aria che mi da sempre un’emozione lontana , come un ricordo d’infanzia.

Perché Andrea Chénier è un’opera azzeccata , certo Giordano non è Puccini ,taglia con l’accetta le emozioni , ricorda molto la Rivoluzione francese dei clichés tipo “ il popolo ha fame , dategli le brioches” e i romanzi della Primula Rossa che ormai non legge più nessuno , ma …ma se c’è un tenore bello e impossibile la storia funziona eccome.

Alla povera soprano , schiacciata dall’impossibile paragone callasianodella “mamma morta” restano le briciole , anche se sei la stangona e compagna fedele Harteros .

Poi c’è sempre la scommessa sull’attacco dell”ora soave” ..riuscirà il nostro eroe a prendere quel diabolico “là” senza rete …?