Italienisches Liederbuch

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Anche se manca ancora un po’ di tempo all’inizio dell’atteso ciclo di concerti Damrau –Kaufmann che , speriamo , si svolgeranno durante tutto il mese di febbraio e toccheranno molte città europee già si cominciano a leggere notizie circa il ciclo Italienisches liederbuck di Hugo Wolf e si cominciano ricerche su questo interessante e abbastasta sconosciuto ciclo di Lieder.

Penso sia utile aggiungere qualche informazione in più , visto che comincio a leggerne delle belle…

Per quanto riguarda l’ascolto la ricerca è facile : su YouTube c’è solo l’imbarazzo della scelta .

Credo comunque che l’accoppiata Fischer-Dieskau/ Christa Ludwig sia la più preziosa , l’ho ascoltata con attenzione , forse però non basta un ascolto anche attento per capirne il valore .

Leggo che nel programma già consultabile del concerto si registra un ordine diverso dei Lieder da quello cronologico che è reperibile , con traduzione italiana accanto , nel prezioso libro dei Lieder di Erik Battaglia.

Quello che però ancora non ho letto e che mi pare interessante mettere in rilievo è l’origine popolare di queste canzoni .

Sono i cosiddetti “stornelli a dispetto” o Rispetti (che diventanto dispetti ) cantati spesso in maniera estemporanea , a due voci alternate .

Si tratta di un’antica tradizione popolare , molto diffusa specialmente nelle zone dell’Italia centrale , principalmente in Toscana.

 

Non dobbiamo però cercare questa origine nella musica di Wolf , il suo mondo trasfigurato non ha niente a che vedere con qualcosa di folklorico.

 

Era bello , bello e maledetto Hugo Wolf ,nato in quella Kakania in cui entravano anche le provincie come la Slovenia , da cui il nostro musicista veniva , aveva addirittura una mamma italiana e un caro amico con cui condivideva a Vienna gli studi e la misera e che si chiamava Gustav Mahler.

In quel mondo viennese in cui si consumava la fine di tanta storia si intrecciavano i destini di famosi musicisti e poeti.

Scrisse più di trecento Lieder Wolf e quello che lui considerò il suo capolavoro fu proprio l’Italienisches Buch ultimato quando stava sprofondando nella follia dopo un tentativo di suicidio all’età di trentasei anni,per viverne ancora altri cinque in un manicomio a Vienna dove morì.

 

Il ciclo tradotto da Paul Heyse si è tenuto generalmente fedele ai canti originali e dall’antologia il maestro si è scelto quelli di più diretta espressione mirando al tempo stesso ad una notevole varietà di contenuti,

i quarantasei testi sempre incentrati sul tema dell’amore vanno dall’ambiguo al grottesco fino alle componenti amare della passione.

Ma tutto rimane come filtrato da un’anima nordica ben lontana dalle solarità raccontate dai due amanti.

Ho letto che più che a cantanti ci si debba affidare a cantanti-attori . Da questo punto di vista credo proprio che saremo in buone mani.

 

per la curiosità degli ascoltatori italiani riporto l’originale n.27

 

E m’ero spolto per andare a letto:

Bella. tu mi venisti in fantasia.

Presto mi rizzo, mi calzo e mi vesto;

piglio il mio ribechino e vado via.

E per tutto la via canto e suono.

Fo innamorar le città e le abbandono.

E per tutta la via suono e canto:

fo innamorar le città e poi le lasso.

 

al quale in chiusa rimando il n.46

 

Ce l’ho un amante alla città di Penna,

E l’altro l’ho al bel porto di Ancona;

N’ho uno sul gran pian della Maremma,

l’altro a Viterbo , ch’è terra di Roma;

Ne ho uno giù pel pian del Casentino,

quello del mio paese è più vicino;

Ne ho uno verso il pian della Magione,

quattro alla Fratta e dieci a Castiglione.