Carmen ad Ancona

CARMEN-Martina Belli e Francesco Pio Galasso (don josè) IMG_1488 doto di claudio penna

 

Da Siviglia a Siviglia.

Un esile filo conduttore lega la piccola stagione lirica di Ancona,filo tracciato dal raffinato direttore artistico Vincenzo DeVivo che poi proseguirà il suo colto lavoro nella successiva stagione lirica di Jesi.

La prima tappa di questo percorso è Carmen, l’opera più rappresentata al mondo e molto attesa dal pubblico anconitano e non solo.

Dirò subito la lietissima sorpresa :è nata una nuova bellissima Carmen che sono convinta dopo questo debutto nel ruolo volerà sicuramente molto lontano.

Martina Belli aggiunge ad un fisico splendente e una grande presenza scenica anche una bella calda ricchezza vocale e farebbe dire con poca originalità :è nata una stella se non fosse che Martina ha già calcato scene importanti come la ROH e sta per tornare di nuovo a Londra nel ruolo che già aveva ricoperto, la Lola nella Cavalleria con Pappano.

Ridendo mi dice che questo per lei pare essere l’anno di Lola, ma spera che questo debutto marchigiano la porti verso traguardi più prestigiosi,

io ne sono totalmente convinta.

Accanto a lei un terzetto di ottime voci : Francesco Pio Galasso ,voce potente esperto Don Josè,ha molto girato nei teatri in Germania e un po’ dappertutto nel ruolo ed è pure arrivato a cantare in Cina.

Francesca Sassu, Micaela dalla voce chiara e limpida, si muove bene e con sicurezza nel ruolo difficile e ingrato della timida innamorata .

Poi a chiudere l’ottimo quartetto l’Escamillo di Laurent Kubla, un sottile e altissimo torero di madrelingua,davvero non potevamo sperare di più.

La direzione attenta e sicura di Guillaume Tournaire ci conferma la sua conoscenza dell’opera e la particolare attenzione anche alla resa corale, con particolare garbo e tenerezza verso i bambini.

Qualcosa da dire anche sulla scelta registica intelligente di Francesco Saponaro: una Carmen “opera comique”con tutti i dialoghi generalmente tagliati, molto stilizzata nell’allestimento povero , curata con attenzione da chi venendo e lavorando abitudinariamente nel teatro di prosa conosce l’importanza dei particolari non sempre curati da chi fa solo lirica e invece dalla sottoscritta molto apprezzati.

Insomma non potevamo sperare di meglio con questi chiari di luna,lode al direttore artistico che è stato capace di coinvolgere l’intera struttura di MarcheTeatro nell’impresa.

Un’ultima doverosa menzione alla direzione del coro di Carlo Morganti e alla ottima prova dell’Orchestra Rossini di Pesaro.

Tutto ha contribuito a regalare alla città capoluogo l’occasione di ascoltare la grandissima opera e credo di poter dire con cognizione di causa che il risultato ottenuto non avrebbe sfigurato nel cartellone di ben più blasonati teatri.