non conoscete amore…

 

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da tempo mi provengono strane”…. note di commento, parafrasando Chénier e tutte fanno riferimento alla meraviglia della splendida aria “ la mamma morta”.

Ma forse non molte persone giovani conoscono la sublime versione cantata dalla Callas e soprattutto non sanno che quella stessa aria per cinematografiche vie diverse è molto più vicina alle memoria recente .
Nel film Filadelfia , che peraltro prese l’Oscar per la migliore canzone , scritta da Bruce Springsting, Streets of Philadelphia, aveva nel momento culminate della sua colonna sonora il bellissimo ballo tra Tom Hencks e Antonio Banderas ( non ancora prigioniero del Mulino Barilla) i due innamorati che ballavano al suono del canto sublime della Callas nella “mamma morta “.

Procedendo poi , sempre in chiave cinematografica , un bellissimo film purtroppo poco visto e mal distribuito (era anche il canditato italiano agli Oscar ) dal titolo Io sono l’amore di un raffinatissimo autore cinematografico Luca Guadagnino si rifà proprio alla scena del film di Jonathan Demme.

 

Una elegante storia della Milano bene , girata nella Villa Necchi Campiglio in cui si matura una tragedia che nasce dalla scoperta di un amore fuori dalle regole di una straordinaria Twilda Swinton per un giovane ragazzo amico di suo figlio.

La scena in cui la protagonista decide il suo futuro si svolge in camera mentre alla televisione si proietta il film Filadelfia e ancora una volta le note struggenti si aprono in quel “ io sono l’amore “ che darà il titolo al film.

Cammino a scatole cinesi di una meravigliosa pagina di Umberto Giordano ,come a dire che spesso l’arte genera l’arte.