Sanremo e dintorni

/Quando in questo periodo dell’anno tutti i canali televisivi sono così banalmente vuoti e la sera la mano corre comunque al telecomando inevitabilmente l’italiano medio inciampa nel Festival di Sanremo .
E’ successo anche a me , che di canzoni e di cantanti proprio non mi interesso , ma c’è qualcosa in quei cinque giorni di full immersion televisiva che attiene molto di più al costume che all’evento stesso.
Così succede che lo zapping diventi abbastanza inevitabile .
Se qualcuno mi dicesse se ho visto il Festivalone potrei tranquillamente negare e direi una bugia al tempo stesso.
Ne ho visto abbastanza per coglierne alcune caratteristiche oserei dire politiche se la parola non fosse troppo grossa .
Mi spiego meglio : si tratta di un festival molto benpensante e lo rivelano i vestiti spesso bellissimi ed eleganti della conduttrice e delle cantanti .
Siamo nell’era degli sponsors e si vede.
Lo stesso vale per gli impeccabili smoking Armani portati con nonchalance da tutti gli uomini ,magri e palestrati.
A proposito dei quali direi che la componente gay è così evidente e numerosa che non fa più notizia , ormai non c’è scandalo ,è solo la misura della realtà.
Solo alcuni cosiddetti “giovani emergenti “ ricorrono a mises carnevalesche , in fondo è il periodo dell’anno che lo concede e forse non godendo di forti sponsorizzazioni si arrangiano col trash.
Poi c’è la parte più strettamente sociologica , sull’Italietta perbene , sui casi umani raccontati con la lacrimuccia sul viso e allora salto canale e magari mi rivedo le ultime news…
La virata populista c’è , d’altra parte anche questo evento nazionalpopolare è specchio abbastanza scoperto che conferma la pericolosa involuzione del paese verso un conservatorismo di maniera .
Non è un Sanremo progressista , ce ne faremo una ragione..