Attesa nostalgia speranza

 

img_0794

Il mese di novembre si chiude senza speranza di riascoltare a breve l’intestatario del mio blog che nel tempo è diventato sempre più “altrodime “e meno “Jonas Kaufmann and I” e non per colpa mia , mi pare evidente

Ma data la saggezza che arriva con l’età , le esperienze passate e la convinzione che il beneamato  (forse troppo ) tenore bavarese non abbia ancora chiusa la sua parabola di cantante ho deciso di mantenere ancora il sottotitolo.

Il motivo principale che mi ha spinto a desistere è stata un foglietto della Messa trovato in chiesa .

Inorridiranno gli osservanti integralisti per l’accostamento profano, lo so , ma le tre parole che introducono al periodo delll’Avvento mi sono sembrate calzanti:

 

Attesa , nostalgia , speranza.

 

Ovviamente le tre belle parole si adattano ad ogni attesa . ad ogni nostalgia , ad ogni speranza e sono perfette nel nostro caso .

Ce n’è anche un’altra , anche più preziosa , da usarsi con le molle nel caso in questione : Parusia ovvero presenza, vigilia , evento .

Qualche buontempone potrebbe dirmi : ma che fai ?

paragoni Kaufmann a Gesù bambino ?

 

Io non arrivo a tanto anche se molte care signore perse nell’attesa della riapparizione non si trattengano da fare dell’amato cantante una specie di icona infiorata e incorniciata.

Quindi mantengo titolo e sottotitolo , il calendario futuro potrebbe darmi ragione o in caso contrario spegnere del tutto le speranze residue .

La sua ultima ( per me infausta ) apparizione in das Land wo die zitronen blühen..per dirla col suo poeta nazionale non gli è stata fausta .

Ematoma o stanchezza..tutt’e due forse anche se era bello allegro quando è andato successivamente a Berlino per ritirare il premio EchoClassic, mi portano a pensare che la necessità di una pausa grossa fosse decisamente necessaria.

Forse meno necessario è il silenzio che lo circonda , alimentando di mistero il mito e credo che il suo staff farebbe bene a rivedere le strategie di un cantante che ha basato parte del suo successo planetario anche attraverso la sua festosa comunicabilità con il suo pubblico.

Non è vero che non vuole più incontrare gli ammiratori e /o le ammiratrici , l’ho incontrato troppe volte per credere a questa nuova strategia.

Coloro che lo circondano credono di proteggerlo , ma non è dagli altri che Jonas deve essere difeso semmai ,mi sia concesso di fare una piccola analisi personale , è da se stesso che deve essere protetto.

 

 

 

 

 

In morte di un dittatore

fidel-castro-che-guevara-2

 

la morte di Fidel Castro sui social si presta a considerazioni amare circa la capacità di valutare , non dico col senso della Storia , ma perlomeno sul senso della cronaca quello che ha rappresentato per un tempo lunghissimo il regime comunista di Castro .

Noto una pericolosa confusione nei commenti e nelle conoscenze minime di base degli eventi passati.

Hasta la vittoria siempre ….ma quello a cui ci si riferiva era il Comandante Che Guevara .

Adesso si è fatta la solita marmellata ideologica e persone anche abbastanza acculturate ma inesorabilmente con la testa girata all’indietro come nell’Inferno dantesco confondono i due personaggi facendone una sola ideologizzata persona.

Il Che , quante migliaia di magliette a proposito e a sproposito ho visto portare dai giovani rivoluzionari con la Kefià di casa nostra!

Ma il Che era un vero romantico della rivoluzione : questo ragazzo mingherlino che soffriva di asma e che si era laureato in medicina aveva un sogno ed era quello di unire tutte le genti dell’America latina contro il comune nemico sfruttatore rappresentato in quegli anni dagli Stati Uniti.

I suoi Viaggi della motocicletta lo confermano e questa sua epica traversata del continente ne ha ingigantito il mito.

Tanto cinema si è ispirato a questa figura davvero romantica di rivoluzionario , il canto che lo ricorda credo che lo abbiamo cantato tutti.

Diversa è la parabola dell’avvocato di Cuba Fidel Castro . Anche lui è partito per rimuovere la dittatuta dal suo paese , quella dittatura terribile di Fulgencio Batista che seminava terrore nella bellissima isola caraibica .Ma come purtroppo succede e la storia lo insegna ad una dittatura si è sostituita un’altra dittatura.

I due hanno combattuto affiancati , poi il Che cui non piaceva la deriva filo sovietica del suo compagno rivoluzionario si è allontanato da Cuba ed è andato a combattere ancora con i movimenti rivoluzionari che dal Nicaragua al Perù lo hanno portato a finire tragicamente la sua vita in in Bolivia . La sua parabola si è chiusa con la crudelissima morte in cui c’entra di sicuro la CIA ed è cominciato il suo cammino nel mito.cheyfidel

Intanto Fidel , l’ultimo comunista integerrimo mentre dava ai suoi concittadini la buona sanità e la migliore istruzione combatteva la libertà di stampa , arrestava gli omosessuali ,impediva la libera circolazione delle persone e del pensiero .

Oggi i cubani esuli a Miami festeggiano quella che sperano una possibilità reale di tornare nelle loro case , i cubani sperano che la profonda miseria in cui li ha ridotto un regime liberticida possa finire .

D’altronde il fratello Raul ,probabilmente gay, già da dieci anni sta gestendo in maniera più soft il regime e ha già permesso molte cose impensabili nel periodo duro rivoluzionario.

Tutti quei commmenti , le foto col Lieder Maximo , i ricordi commossi mi fanno lo stesso effetto delle posizioni qualunquiste dei rivoluzionari italiani di sempre . Sempre voltati acriticamente al passato.

Oggi i movimenti rivoluzionari si sono trasformati in cartelli della droga : Sendero Luminoso , Farc e l’esercito Zapatista si finanziano per una supremazia sul territorio decisamente molto meno ideologizzata.

Cerchiamo di avere il coraggio di studiare un po’ di più …c’è un bel film da riguardare : Fragole e cioccolato , lo consiglio a tutti i lacrimosi nostalgici della dittatura cubana.

Mediterraneo

[unknown

Molti anni fa ho navigato nel canale di Sicilia su una piccola barca a vela .

Lo facevamo per sport , mio marito aveva la passione per il mare e io , insieme ai miei figli ,lo abbiamo seguito.

Una passione di famiglia , la barca . Il Mediterraneo lo conosco bene e le regate lunghe , quelle in cui ci si misura davvero anche con la paura le ho fatte tutte .Tre volte la Middle Sea Race : praticamente si parte da Malta per tornare a Malta circumnavigando la Sicilia .

Con le barche piccole come la nostra erano quattro o cinque giorni e notti in mare .

Ho visto le onde più alte di noi correrci a poppa, il canale di Sicilia è veramente impressionante .

Lo facevamo per sport, con equipaggi preparati , su barche piccole , attrezzate con tutte le tutele necessarie , ma era duro lo stesso .

Posso dire di conoscere il senso di sgomento nel cuore della notte quando il vento rinforza , posso dire dei momenti magici quando una balenottera all’alba si levò dall’acqua davanti a noi con il piccolo attaccato al grembo, posso dire l’incanto della lava dello Stromboli che incandescente toccava il mare illuminando le onde .

 

Tutti magici ricordi di una vita passata oggi ridestati con angoscia vedendo una bellissima serie di piccoli video realizzati con lo Smartophone che passano sul sito di Repubblica intitolatI “Come è profondo il mare “

Immagini dure , crudeli e terribili di quelli che quel mare , senza sapere niente del destino che li attendeva , senza conoscere la realtà di una traversata comunque lunga e durissima sono saliti su quei barconi fatiscenti , ingannati da trafficanti di esseri umani , spinti dalla fame , dalle guerre , dal destino crudele di essere nati in quella parte del mondo tanto sfruttata da noi europei in passato che si chiama Africa.

 

La miniserie è dura da vedere , ma soprattutto è duro un passaggio quando si sentono le voci di italiani , voci settentrionali , che dicono cose orribili , che dubitano dei numeri della tragedia , che urlano “ rimandateli a casa loro !” . che

vomitano egoismo mentre scorrono le immagini di bambini affogati , di mani che si protendono inutilmente dall’acqua.

I piccoli video si concludono con la voce pacata di Corrado Augias e vale la pena e il coraggio di vederla .

 

Ho cominciato parlando di ricordi personali che nella loro piccolezza volevano comunque testimoniare che una cosa è parlarne e un’altra è avere anche una benchè minima esperienza di cosa è veramente navigare nel Mediterraneo.

Uno dei mari più difficili del mondo diventato adesso anche una immensa tomba di vittime innocenti.

Petra -Elvira

 

 

Lo spettacolo bello e interessante , Tony Servillo un mostro di bravura . Le sette lezioni di Louis Jouvet alla giovane allieva Claudia sul difficile monologo di Elvira nel Don Giovanni di Moliere stenografate da una fedele assistente sono un prezioso canovaccio sul difficile mestiere dell’attore ma il mio cuore e la mia emozione erano tutte per la giovane allieva : Petra Valentini , una mia amatissima attrice del Centro Teatrale del Liceo Classico Rinaldini di Ancona .

Petra , una figlia d’arte, già bravissima a sedici anni , Petra , il messaggero di Ippolito , Petra una dolcisima Alcesti, Petra oggi sul palcoscenico del Piccolo accanto a Servillo.

Devo dire che ho provato una emozione intensa e profonda mista ad un orgoglio abbastanza stupido perché Petra se era lî non c’era di sicuro per merito mio , ma del suo talento cresciuto nello studio , della sua testarda voglia di arrivare , della sua dedizione al difficile e magico mestiere che ha voluto scegliere .

Brava , bravissima , dolce materiale plasmato dal grande istrione al quale tiene testa con sicurezza . Lo so che alla fine il monologo lo reciterà con quella semplicità che il maestro voleva , lo so che lei è capace di fingere di crescere, e quel “bravo” secco che Servillo le dice alla fine è doppio , anzi triplo.

Alla memoria della vera Claudia che in quanto ebrea non ebbe la parte della Parigi occupata del 1940, alla Claudia della pièce che si recita sul palcoscenico e a Petra che é stata così matura da riuscire ad essere tutte queste parti con grande sicurezza e professionalità.

La   corsa in camerino alla fine per abbracciarla l’ho fatta correndo . Mi scuserà Servillo se non sono stata abbastanza genuflessa davanti alla sua mostruosa prova d’attore ma il mio cuore era tutto per la piccola magica Petra del Centro Rinaldini .

Avevo portato tre foto ricordo : Petra come Ifigenia e Petra come Alcesti . Le foto le ho date a Servillo e lui le ha prese con un sorriso .

Lo spettacolo è molto bello , con semplicità Petra mi ha detto che a gennaio saranno a Parigi al teatro Athénée , il teatro di Jouvet . Per caso sarò anch’io a Parigi negli stessi giorni . Non mi vorrei togliere la soddisfazione di assistere dì nuovo a cotanta emozione .

Milano – le mostre

img_0015

Devo ammettere che a Milano oggi si respira un’aria culturale veramente stimolante . In una giornata ,anche grazie ad una amica incredibilmente efficente , colta e gentile sono riuscita a vedere tre cose di tutto rilievo in tre diversi luoghi , con una sola cosa in comune , quella di essere luoghi che arricchiscono e fanno pensare .

Con una costante positiva , in tutti e tre i luoghi ho trovato tantissimi giovani .

 

Prima tappa . Tendenza del riuso industriale. in un’area ex Ansaldo in via Tortona , oggi una zona piena di gallerie d’arte c’è il MUDEC ovvero museo delle culture progettato da David Chipperfield   e contestato perché costato troppo ( comunque bellissimo) che ospita attualmente una ricchissima mostra monografica di Jean Michel Basquiat.

Ormai tutti sanno chi era questo ragazzo giamaicano che fu molti aiutato da Andy Warhol, amico di Keith Haring, di Clemente , di tutta la Transanguardia italiana . Vidi le sue opere nei primi anni ottanta in una galleria modenese , poi fu anche nella squadra di Bruno Bischberger e per questo lo conoscevo anche grazie alla mia amicizia personale con Enzo Cucchi.

Basquiat ebbe una folgorante e brevissima cartiera . Morî neanche ventottenne in una New York che lo aveva adorato ed esaltato dopo che lui aveva imbrattato con i suoi graffiti deliranti i muri della città.

La sua arte , ancora sconvolgente è comunque oggi già datata , l’arte contemporanea trita velocemente i suoi idoli .

Oggi Basquiat é già un classico.

img_1224

Seconda tappa . La Fondazione Prada .Zona sud nella ex Distilleria Italiana Spiriti, progettata dallo studio OMA e coordinato da Rem Koolhaas.

Un altro spazio industriale il cui riuso è già di per sé molto interessante .

Ospita mostre temporanee di altissimio livello e attualmente ce ne sono moltissime . La piû importante e forse quella di Coplay , a sua volta collezionista oltre che pittore.

Fantastica l’installazione di Luise Bourgeois , il mondo delle memorie di Betty Saar , il cuore perduto nel tombino di Robert Gober. Tutto nella dorata Hounted Hause , con montacarichi industriale d’epoca .

Persino il Barluce , progettato dal regista Wes Anderson ,affollatissimo di giovani ,merita una visita per la ironica citazione anni cinquanta degli arredi.

Particolare prezioso : è tutto gratuito , anche un comodo parcheggio riservato

 

Terza ed ultima tappa che condivide le preziosità dell’essere con la Fondazione Prada di essere visita gratuita e di avere anche li una bella zona parcheggio riservata . La Fondazione Pirelli / Ansaldo Bicocca., più semplicemente l’Hangar Bicocca

Tre mostre , di cui due temporanee e l’ultima ,una installazione permanente.

Delle temporanee mi ha colpito di più quella del giapponese Kishio Suga . Ci sono gentilissimi e preparatissimi giovani che spiegano tutto , ma ci sono anche eleganti libretti illustrativi.

L’altra , di ua giovane artista francese Laure Prouvost mi fa capire la distanza abissale tra quello che oggi è arte e quello che fu negli anni otttanta . suggestiva , ma non coinvolgente.

E arriviamo all’enorme spazio nero dell’istallazione dei Sette Palazzi celesti di Anselm Kiefer :

forse questa visione da sola merita il viaggio . Si rimane a bocca aperta davanti alle sette torri nel grandissimo spazio buio. Questa testimonianza verso il trascendente non è descrivibile a parole.

Le sette torri veramente imponenti hanno nomi che si rifanno principalmente alla cultura ebraica , ma raccontano la ricerca individuale verso un pensiero alto che poi ho scoperto essere diverso anche da persona a persona .

Le alte torri in cemento armato , piombo, sabbia e paglia hanno nomi suggestivi e raccontano attraverso il ricordo di piramidi egizie e di zigurrat assiro-babilonesi che diventano rovine , simboli inevitabili dell’ambizione dell’uomo che tenta di elevarsi ad uno stadio superiore .

I gentilissimi sorveglianti sono giovani colti e tanto disponibili come alla Fondazione Prada con la sola differenza che lî sono anche vestiti ,ovviamente Prada .

 

Una Milano fantastica , in continuo movimento , anche un po’ paralllela se si pensa a quella isola di superstiti che qualche volta sembra essere La Scala . Ma forse anche li bisognerebbe andarci non nei giorni dei vecchi abbonati !

 

Comunque la mia amicaa mi aveva anche portato ad una piccola mostra della Fondazione Magistretti e ad una cena elegante in casa di amici con vista sul Castello Sforzesco .

Dovrei andare più spesso a Milano !

 

 

 

 

mio cugino

 

img_0002

 

Viaggio a Milano .

Una giornata davvero particolare , un incontro con una persona eccezionale : Angelo Loforese .

Cugino primo della mia mamma Anna Loforese , il cui padre si chiamava Angelo , nome che poi fu dato alll’ultimo nipote dì una numerosissima famiglia , forse perché lo zio era un musicista , infatti il mio nonno suonava nell’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino ed era anche un compositore , l’omonimia musicale nel nome.

Poi la vita ha portato Angelo nipote ai fasti di una importante carriera lirica .Oggi lui vive a Casa Verdi a Milano e io l’ho incontrato , con molta emozione , in questa sua nuova casa.

Ero andata più di una volta in visita da lui , nella sua bella casa milanese dove ancora dava lezioni di canto a giovani speranze . A me aveva già dedicato qualche ora di ricordi con la sua garbata parlata meneghina , la sua origine pugliese solo nel nome e nella tradizione.

Ne ho già scritto piu di una volta , la sua vita raccontata con garbo e senza alcuna enfasi piena di nomi altisonanti e di qualche rammarico per avere avuto , nei suoi anni giovanili sempre una triade di grandi tenori davanti e lui sempre pronto con la valigia e coprire le defezioni , lui cui non mancava proprio niente per essere tra i grandi .

Un repertorio sterminato , una voce sicura e preziosa .

Poi col passare degli anni , scomparsi tutti gli altri , il suo mito è cresciuto in maniera esponenziale anche per la sua incredibile longevità nella quale non ha perso niente della preziosità della sua voce e della lucidità del suo pensiero

É sicuramente molto riduttivo dire che ha 96 anni, Non è il numero degli anni che lo fa eccezionale , è la sua grazia , la sua lucidità , il suo senzo dell’umorismo .

Veramente un incontro prezioso in un luogo straordinario.

Devo dire che entrare a Casa Verdi in maniera così informale mi ha riempito di un particolare orgoglio, la tomba di Verdi illuminata sullo sfondo , il portiere gentile , la ricerca del Maestro .

Non risponde in camera e mi invitano ad andare al primo piano . C’è un concerto nella sala grande , forse é li.

Salendo le scale mi sembra di sognare : le note del viaggio di Sigfrido sul Reno mi accompagnano .

Come ? Wagner mi accoglie in casa Verdi ? Mi affaccio alla sala , una scena degna del miglior Sorrentino: un centinaio di teste canute , qualche sedia a rotelle qua e la, anche un pô di trespoli per le flebo . Gentili infermieri/ badanti assistono affettuosamente . In gran maggioranza donne , cinicamente m spiegano : per forza , campano di piu!

Ma il cugino elegante non c’è. Mi aspettava in un salottino , mi appare davanti elegante e distinto col suo bastone da passeggio .chiaro che lui snobba il documentario concerto. Infatti mi porta nella sua camera , poi addirittura mi invita fuori , al bar , per un aperitivo.

Capisco che questo pensionato prestigioso gli sta stretto , mi dice anche che con una piccola cauzione ha anche ottenuto una chiava per rientrare ..quando vuole!

Presto andrà a Bologna per una masterclass al Conservatorio, poi é spesso invitato d’onore a concorsi lirici , anzi uno recente era proprio intestato al suo nome .

Capisco che non vuole lamentarsi del presente . I rimpianti sono solo quelli lontani , come quella volta che Corelli gli soffiò con un contratto già firmato il ruolo di Dick Johnson nella Fanciulla ….

Quando gli chiedo come faceva a ricordarsi le parole del suo sterminato repertorio mi dice che era la musica ad aiutarlo, anche per una canzone le parole le ricorda   solo quando ascolta la musica .

Alla domanda se é un ascoltatore severo mi risponde che lo è solo quando è nel ruolo di insegnante , quando é spettatore è molto più clemente . Sa che essere un cantante lirico é il mestiere più difficile del mondo.

img_0005-1

 

La piccola visita con passeggiata al bar vicino volge alla fine , lo aspetta la cena , piuttosto presto per i suoi gusti .

Al portiere che mi chiama un taxi spiega con orgoglio che sono sua cugina , venuta apposta a Milano per incontrarlo.

Gli prometto che tornerò presto , lui mi saluta sul portone, mentre il taxi si allontana, togliendosi galantemente il cappello.

 

 

 

treni due

 

images

 

Sempre sulla tratta adriatica ma questa volta verso il mitico nord a bordo di un Freccia bianca .

Mi sento più sicura e poi soprattutto non devo cambiare , la vita sembra meno complicata ma non avevo fatto i conti con l’imponderabile Trenitalia .

Tre Pesaro e Rimini la voce celeste ci comunca che per un controllo ( non meglio specificato ) su treno precedente ripartiremo con dieci minuti di ritardo che poi seraficamente diventano venti , trenta ,…per poi arrivare alla festosa ripartenza ai cinquanta

. Penso che il controllo debba essere stato molto accurato e che forse stavano cercando un pericoloso terrorista , forse il cervello di tutte le operazioni terroristiche passate presenti e future .

Non ci è dato saperlo , anche la componente “mistero” aggiunge fascino al viaggiare nel bel paese..

Intanto scatta la solita solidarietà tra compagni di avventura , si ripete l’effetto Ombre rosse , magari con meno allegria della tratta country verso Roma . Qui la gente deve prendere aerei , connessioni urgenti per lavoro ma l’aria del ” vogliamoci bene” cara a una consueta cinematografia casalinga c’e tutta.

Poi la magica Trenitalia che aveva vantato tramite la voce celeste che saremmo stati gratificati di un bonus qualora fossimo arrivati con ritardo tra i trenta e i cinquantanove minuti ( e dopo un’ora niente?) ha invertito la tendenza e corri …corri siamo arrivati a Milano Centrale esattAmente con un ritardo di ventinove minuti . Magica Italia !

Fuori tema

 

images

Questo spazio , nato per raccontare di musica , con un protagonista molto amato , piano piano è diventato una specie di diario :

ho scritto di tutto , soprattutto riguardo a JK e alle sue meravigliose interpretazioni , ai suoi momenti di crisi , ai suoi ritorni trionfali,
ma ho anche scritto di me , della vita che mi circonda , degli eventi del mondo.

Non ho mai voluto parlare di politica ,anche se il blog è una parte di me , non mi pareva lo spazio giusto per certi argomenti.

Recentemente però grandi eventi sovrannazionali sono diventati così importanti che il tacere mi è diventato sempre più difficile.
Mi riferisco in primis alla Brexit e da pochi giorni all’elezione , veramente sconvolgente , di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti.

Il terribile rigurgito dei populismi attraversa tutto il nostro cosiddetto mondo civilizzato.

E questo mi fa paura.

Oggi ricorre un anno dalla strage del Bataclan e sembra già si trascorso un secolo , dieci anni dopo l’undici settembre il terrorismo islamico ha bussato anche alle porte della vecchia Europa, nel nostro ventre che credevamo sicuro: Parigi e Briuxelles.

Intanto una ondata di dimensioni bibliche porta verso le nostre terre migliaia di disperati, ma saranno molti di più , i poveri dannati della terra che fuggono dalle guerre e dalle carestie :
dalll’Africa in primis e anche da quella che era la culla della nostra civiltà mesopotamica : dall’Afganistan , l’Irak , la Syria nelle due rotte della disperazione .

il Mediterraneo per gli africani , la rotta balcanica per gli altri.

Siamo in una di quelle ere di cambiamento epocale e sembra che pochi riescano a leggerle correttamente.

Le risposte sbagliate sono tante : l’innalzarsi dei muri è la più ferocemnete cretina , ma è anche quella che sventolata sapientemente dai manipolatori delle masse incolte riesce a ottenere il maggiore consenso.

Ripenso le parole di Primo Levi : voi che dormite tranquilli nelle vostre case…non ci sono più case sicure e contemporaneamente non c’è nessuna attenuante per chi non vuole impegnarsi per spiegare , per tranquillizzare , per chiarire , per raccontare il corso della storia che inesorabile si ripete nei secoli.

Gli uomini civili dei nostri paesi hanno il dovere di farsi avanti , quello che è in gioco è di nuovo il futuro della civiltà tutta: non è nascondendoci dietro la mano , come fanno i bambini quando credono di nascondersi chiudendo gli occhi .

Ecco perché oggi il mio blog non è leggero , non potrebbe esserlo perché mi sentirei colpevole :
usciamo tutti allo scoperto , noi che abbiamo letto più di due libri abbiamo il dovere di uscire per le strade a spiegare , a tranquillizzare e se servirà anche a combattere per la conservazione di quel bene prezioso che comincio ad avere paura a pronunciare , la democrazia, non sarà tempo perduto.

 

Il 4 di dicembre in Italia si vota un referendum che potrebbe cambiare alcune parti , non le fondamentali , della nostra Costituzione.

Putroppo una parte del paese ha pensato bene di farne una battaglia contro il Governo e in modo particolare contro il premier Renzi.

Queste persone , ho molti amici tra loro ,non hanno capito che non è una battaglia contro una persona ma una tappa di avvicinamento a standard europei che ci renderebbero più forti proprio nei confronti di quell’Europa chiusa nei Trattati che è ancora sorda alle nostre legittime richieste in merito ai problemi dei migranti e alla nostra necessità di fare fronte alle emergenze naturali che colpiscono il nostro paese .

C’è molta più credibilità nei confronti dell’Italia all’estero da quando c’è questo governo . Lo dico in base alle mie molte trasferte e ai tanti incontri che ho con la gente comune in Francia , in Germania e anche in Inghilterra.

Possibile che da noi prevalga la logica” dalemiana “tanto cara alla sinistra di sempre che porta catastroficamente al nostro indebolimento sullo scacchiere internazionale?

Sono andata fuori tema nel mio blog “ musicale” ma questa volta desidero far conoscere a tutti i miei lettori che voterò SI e se sono uscita così clamorosamente di tema l’ho fatto perché sentivo fortemente il dovere morale di farlo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Guterslöh

 

258px-gutersloh_in_gt-svg

 

 

L’ho sempre detto che da quando seguo Jonas Kaufmann la mia vita si è arricchita di tante informazioni , di diverse delusioni , di colpi di scena e in ultima analisi anche di conoscenze musicali più approfondite.

Non avrei mai pensato di mettermi a studiare tedesco alla mia età e l’ho fatto per capire un po’ meglio i versi del meravigliosi Lieder cantati da lui.

Ho allargato la mia rete di amicizie in un modo selettivo sì, ma tanto piacevole .

Attraverso la comune passione ho nuovi amici e amiche ovviamente in Italia ,ma anche in Francia , in Germania , in Inghilterra e pure in America ( del nord e del sud).

Ultimamente ho scoperto una città dal nome misterioso e mi sono dovuta mettere a cercare sulla carta dove diavolo fosse.

Nella Renania settentrionale, zona ricca e per me totalmente sconosciuta , ma ho visto dalle foto che c’è un teatro moderno e ho anche capito quanto deve essere ricca e opulenta la zona.

Gütersloh… neanche tanto facile da trovare sulla carta .

Ma andiamo per ordine : ero all’Opera Bastille per sentire Samson e Dalila e come faccio correttamente ho levato la suoneria al telefono che però ha cominciato a vibrare come un matto sulle mie ginocchia: ho resistito un po’ poi ,pensando a qualcosa di grave e urgente ,ci ho buttato un occhio .

E’ scoppiata la bomba ! Jonas canta in Germania mentre ci saranno le repliche dei Contes di Hoffmann e le grupies offese , specie le francesi, pare proprio che la cosa non la mandino giù.

Io ci ragiono un po’ e penso che come avevo sospettato , ematoma a parte, ci siano dei problemi forse psicologici prima di riaffrontare il pubblico a fine novembre .

Allora si ricorre al grande mentore e amico Deutch , si va sull’usato sicuro (Die shöne Müllerin ) , si cerca una città molto ricca di sponsors e il gioco è fatto.

I biglietti a prezzo di saldi di fine stagione , pochi posti e voila “sold out”.

Dalla mia approfondita ricerca ho scoperto che in zona ci fanno gli elettrodomestici Miele e che non arriva ai centomila abitanti .

 

Ultime della sera : causa raffreddore non ci canta più! Il mistero si infittisce.

 

di treni

 

images

 

proseguendo le mie osservazioni sul mondo che mi circonda questa volta parlo di treni , ma per i miei amici stranieri occorre fare una premessa :
L’Italia non solo ha quella buffa forma di stivale ma ha anche una specie di spina nel mezzo che la attraversa tutta e che per esempio in questi momenti è fonte anche di terremoti ..ed ecco il mio raccontino sociologico.

..vivendo nella parte d’Italia in cui si è figli di un dio minore i treni sono spesso lenti e abitati da una varia umanità molto interessante sotto il profilo sociale.

Mentre sulle Freccie rosse che sfrecciano veloci dall’altra parte degli Appennini l’umanità è molto più astrattamente silente , salvo poi riempire i vuoti con abbondantissime valanghe di telefonate di ogni tipo : si va dal manageriale al privato , in una marmellata indistinta , sui treni dei poveri che portano da Ancona a Roma in un tempo maggiore di quello che ci vuole per volare a Londra , l’umanità è molto più colorata e varia .

I bambini urlano tutti , nella gaia tolleranza dei vicini . Si mangia il cartoccio di cibo portato da casa , ovviamente non esistendo nessun servizio bar ferroviario.

La componente extra comunitaria e ´ abbondante . Sono tutti molto vivaci , unico difetto urlano nei loro vecchi telefonini come se dovessero comunicare direttamente col Senegal e questo lo fanno anche con il loro vicino di viaggio.

Ci sono anche piccoli cagnolini bastardi , i loro tolleranti padroni ci parlano affettuosamente tra i sorrisi che accomunano tutti.

Sembra di stare piuttosto in una carrozza che attraversa il lontano West . Dopo un pô tutti sanno la meta di tutti e il saluto di chi scende ha una sincera componente affettiva. La   fauna studentesca ha carattere pendolare nel pendolare , salgono e scendono con i loro zaini ingombranti , incuranti di travolgere passando i passeggeri seduti che rischiano sistematicamente la decapitazione . La parola “scusi” non è prevista nel loro vocabolario.

Anche la taglia media dei passeggeri è più abbondante delle anoressiche figure delle Freccie rosse.

Di conseguenza anche i sedili sembrano più piccoli del necessario.

Mondo colorato di un’Italia divisa in due , certe volte può anche capitare che si possa fare una sosta abbastanza lunga da consentire anche di scendere a prendere un caffé a casa del capostazione di Baiano di Spoleto oppure farsi un bel ripasso carducciano alle fonti del Clitunno.

Ps. Mi correggo : esiste un servizio bar …abusivo ! Panini caserecci umbri . L’Italia è un paese meraviglioso.

 

 

aeroporti

images

 

Una volta chiesero a Groucho Marx quanti anni avesse e lui , già molto avanti negli anni rispose serafico : venticinque .

Davanti allo stupore dell’interlocutore rispose : Certo , se sottraggo tutto il tempo che ho passato negli aeroporti!

Forse é per questo che quando sono negli aeroporti cerco di non perdere tempo e studio con attenzione tutti quelli che mi circondano

Cosi mi capita di osservare alcune delle piû comuni tipologie aeroportuali che mi divertono.

 

Quelli che : girano gli aeroporti in t-shirt anche se cade la neve dietro le vetrate . La loro indifferenza al clima è totale , qualche volta sono dotati di bambini piccolissimi che vengono guardati ai minimi indispensabili , il mio occhio di nonna soffre ma non scalfisce la loro indifferenza all’infante .

Quelle che : anche se fuori spira una brezza primaverile hanno sciarpe voluminosissime al collo , sembrano emergere da ciambelle di salvataggio di lane un po’ spelacchiate . Ovviamente hanno borse grandissime ed ogni due per tre tirano fuori bottiglie d’acqua alle quali si attaccano tipo beduino nel deserto ,Questa tipologia ha anche golf con lunghe maniche slabbrate nelle quali nascondono le mani

Quelli che sono sempre connessi : hanno tra le mani due smartphone tenuti a biscotto , sono sempre in cerca di un’attacco per le ricariche e devo dire che sono abilissimi nel trovarle . Nei maschi prevale l’uso del video gioco , nelle ragazze l’essere perse in tormentate telefonate .

C’e’ pure la tipologia manageriale , decisamente molto meno interessante, semmai la differenza la si può notare nei sessi . I maschi appena possono abbassano la testa sui loro personal e cominciano a lavorare , lo fanno anche le donne , ma lanciando spesso intorni sguardi lampeggianti che trasudano la cattiveria di guerriere sempre in guardia.

 

Poi ci sono gli anonimi viaggiatori come me , non siamo interessanti e questi non li studio . In questo caso sarebbe bene girare in aeroporti più esotici dei miei.

Parigi- – parte seconda

img_1082

 

Il secondo impero al Musé d’Orsay.

Ho scoperto gli autobus di Parigi , si fanno tour turistici con due euro ! La storia della Francia la guardo dal finestrino , non è come in Metro dove scorrono solo i nomi .

Se poi aggiungiamo una magnifica giornata di cielo parigino azzurrissimo pare proprio che non manchi niente e ricordo il mio primo viaggio scolastico-premio . Avevo vinto una specie di concorso e avevo scelto Parigi . Ai miei tempi era la città del sogno .

Una mostra strana e molto raffinata , vista grazie alla solita segnalazione del’amico colto e prezioso.

Un tempo , quello del Secondo Impero , molto snobbato dal punto di vista artistico . Non a caso la mostra si chiude sul Déjeuner sur l’erbe del Salon des Refusés…il che fa capire quanto si girava la pagina alla fine del periodo.

Ma l’imperatrice Eugenia e le sue mises romantiche incanta ancora , in una bella piccola statua ha il vestito della Cardinale nel Gattopardo , lo stesso di Elsa nel bellissimo Lohengrin della Scala !

Ci sono vetrine di gioielli di una bellezza mozzafiato e incantano le prime foto preziose di Nadir , piu affascinanti addirittura dei ritratti . C’è anche un bel pannellone storico :dal 1851 al 1870 …tanti destini d’Europa si incrociavano qui , compreso molto Risorgimento italiano.

Il nemico sempre lo stesso , gli amici oltre Manica , le guerre lontane sono i nomi dei boulevard e dei ponti di Parigi .

Nacque allora il teatro dell’opera , il Palais Garnier, non l’orribile scatolone grigio dell’opera Bastille che ogni volta mi pare più brutto e irrazionale .

Poi avendolo girato anche dietro le quinte é davvero demenziale .

Ma torniamo ai fasti del Secondo Impero . Siamo dalle parti della Dame aux camelias e c’é anche una sala dedicata al teatro ovviamente con molto Hoffembach,

Momento di debolezza mi fa venire la voglia di comprare il catalogo…poi penso al peso da riportare a casa , ai mille cataloghi chiusi in libreria e . potrô trovare tutto in rete…infatti c’e il bellissimo sito del museo su youtube con ben tre video sulla mostra.

 

 

Seconda opera in programma : Les contes di Hoffmann. Devo ammettere che non è mai stata tra le mie preferite anche se ne ricordo allestimenti sontuosi .Ricordo anche di averci portato figli e nipoti considerandola pure adatta ai ragazzini.

Questa messinscena di Carsen , genialissima , é molto divertente ( anche se forse mi ha troppo ricordato il suo teatro nel teatro:(don Giovanni e Tosca per citarne due ) non basta a farne quel capolavoro che non è. La precisissima lettura di Philippe Jordan per me non basta a fare il miracolo.

Forse , ma dei se e dei ma è tappezzato l’inferno , se ci fosse stato un Hofmann capace di affondare nel lato oscuro del personaggio la resa sarebbe stata diversa.

Invece si ride molto ,il teatro partecipa vivacemnte e Ramon Vargas ce la mette tutta , voce chiara , dizione perfetta . Salta e balla , si muove con vivacità, sa anche recitare , la sua performance è stata all’altezza , ma ….

Le voci sono tutte ottime . Mi ha colpito in particolare Stephanie d’Oustrac nel doppio ruolo della Musa e dell’allievo Nicklausse   , anche il basso Roberto Tagliavini nella varietà dei suoi ruoli è stato perfetto , Ermonela Jaho alle prese con Antonia ha ben superato la prova anche se il suo personaggio e segnatamente tutto il secondo atto è sempre il meno riuscito dell’ intera opera , vivace e acrobatica la Olympia di Nadine Koutcher ,si tratta della prestazione più accattivante e il pubblico è generoso di applausi.

Un vero colpo di genio la famosa Barcarolle con la platea di un teatro semovente a ricreare le onde, fantastica e all’altezza la Guilietta di Kate Aldrich.

Ma l’opera ha troppi finali , soprattutto manca a Vargas la capacità di passare al tragico sprofondare nel suo delIrio di etilista del personaggio

Si ride , si ascolta una musica facile e giustamente Robert Carsen é sortito a prendersi i meritati applausi.

Un’ occasione perduta di avere un Hoffmann nel finale ultimo tragicamente perso nel suo delirio . Peccato , forse l’occasione non l’ho persa solo io.