Meistersinger – capitolo terzo.

 

Il primo fatto che mi viene in mente pensando a Walther von Stolzing è una storia che riguarda Ludovico di Baviera .

L’inquieto sovrano tanto legato a Wagner ,un giorno , tormentato dai tanti problemi di Stato che il suo ruolo di Re richiedeva , era fuggito dal castello di Berg a cavallo facendo l’avventuroso viaggio per presentarsi al suo idolo che se ne stava nella villa di Tribschen presso Zurigo ,avvolto in un grande mantello e con il volto nascosto da un grande cappello chiedendo di essere annunciato col nome del romantico cavaliere dei Meistersinger.

 

Ovviamente , dalle foto abbondantissime di scena dell’attuale allestimento si capisce che il teatralissimo travestimento oggi non avrebbe lo stesso fascino d’antan.

Resta però il fatto che nella vicenda che doveva essere una commedia leggera e che invece in Wagner , more solito , era diventata una specie di sacro testo sul senso del concepire la libertà nell’arte , il ruolo di Von Stolzing è quello legato alla scelta di essere ribelle e libero da vincoli e regole da rispettare.

 

Il nobile cavaliere arriva della ricca città , roccaforte di una solida borghesia germanica dove la rigida regola del Bar nella composizione dei Lieder è fonte di sicurezza nella valutazione di ciò che deve essere definito Arte.

 

Lui invece viene da lontano , dal suo vecchio castello dove accanto al caminetto aveva imparato la sua arte di poetare dalle storie di Walther von der Wogelweide , l’llustro trovatore del tempo passato .

Il suo canto, sembrerebbe rompere con la tradizione quando ìn realtà il suo essere libero dalla rigida regola lo rivela invece portatore di valori ad un tempo nuovi e forse nel fondo anche più antichi.

 

Lo capisce Hans Sachs : diciamo che si apre il dibattito tra i confusi Maestri e intanto scoppia la rissa insieme agli amori . Siamo un po’ dalle parti di un musical americano ( mi si perdoni la licenza) e l’eterna lotta tra giovani e vecchi , condita da una musica tra le più felici del grande compositore che poi purtroppo ha trovato anche lo spazio per essere considerata una sorta di documento/bandiera addirittura dei dettati nazionalsocialisti hitleriani.

 

Levare all’allestimento tutti i gonfaloni , le casette gotiche di Norimberga , l’alone nazionalista e farne una commedia atttuale in una citta non ben definita , tra case popolari di una periferia anonima penso sia una scelta che sia servita anche a cancellare tutto il pericoloso ciarpane nazionalista.

 

Ora non mi resta che aspettare. La data del mio biglietto è lontana , il nuovo cantante neomelodico JK è già pronto con la sua chitarra per intonare le due meravigliose arie che gli competono.

Per un discorso serio e per una valutazione dello spettacolo rimando i miei affezionati lettori a dopo la mia visione diretta dell’evento tanto atteso..