Aimez vous Mahler?

 

 

 

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parafrasando un vecchio libro di Françoise Sagan : Aimez vous Brhams? ho cominciato a domandarmi perché oggi la musica di Mahler sia quella che con più successo appare nei cartelloni più prestigiosi , diretta dai più grandi direttori , amata dal pubblico in maniera così totale e partecipata.

Io penso perché nel nostro amare Mahler troviamo nella sua musica tutta l’angoscia del nostro tempo e al tempo stesso tutta la speranza di ritrovare la felicità di un mondo perduto.

Amiamo Mahler perché in lui troviamo qualcosa di noi , gli echi del secolo breve e forse mi spingo ancora più in là, ci troviamo la straziante sensazione di tutto ciò che se ne è andato e insieme anche la segreta speranza infantile che tutto possa ricominciare di nuovo.

Quel suo ciclico andante musicale del non finito mi è congeniale anche se ricordo in tempi lontani una persona a me molto cara che mi diceva : mi serve Mozart , lì è tutto chiaro , concluso .

Mahler mi lascia in sospeso troppe cose .

Mi domando anche perché questo grande compositore non abbia mai scritto un’opera ; lui che nelle sue sinfonie ha messo molto spesso la voce umana tanto da essere essa stessa una parte rilevante delle sue composizioni.

La sua produzione liederistica mi è cara come la sua attività sinfonica : amo praticamente tutto il suo repertorio , ma se dovessi scegliere una pagina sarebbe di sicuro Der Abscheid , il Lied finale del Canto della terra che in qualche modo mi avvicina al finale della Nona , quello che si spegne nel silenzioso annullarsi nel Nulla.

Se qualcuno mi chiede quale sinfonia ami di più non saprei rispondere :amo il terzo movimento della Prima , l’inizio gioioso della Quarta , l’adagetto della Quinta , ma è come un gioco infantile a dimostrazione che Mahler lo amo tutto e ogni volta , in ogni ascolto c’è una pagina nuova per me , un attacco che mi era sfuggito , un regalo in più per la mia anima.

Mi piace pensare a questo ebreo boemo di lingua tedesca , summa di tanta cultura viennese e a quella sua bellissima moglie fedigrafa che passò allegramente da Gustav Klimt a Walter Gropius , passando per Kokoschka per sposare alla fine anche Franz Werfel , un raffinato scrittore austriaco.

Lei , bellissima e possente morì a New York addirittura negli anni sessanta .

Aveva attraversato tutta una serie di vite importanti , i nomi di chi l’aveva amata sembrano un catalogo di arte del secolo scorso.

Forse l’opera che Mahler non scrisse la visse nelle sue vicende familiari , nelle contraddizioni del suo farsi cristiano per ottenere il posto di direttore a Vienna , nella sofferenza per la morte e la malattia dellle figlie , nei tradimenti coniugali.

Mahler invece morì giovane , all’apice del successo per una forma di miocardite acuta . Aveva solo cinquantuno anni e dopo il grande successo in vita la musica di questo grande direttore scomparve un po’ dalle locandine del suo tempo .

Io devo ad un grande direttore da me molto amato , a Claudio Abbado , la sua scoperta .

Tutta una serie di sensazioni mi si annoda nella testa mentre tento di scrivere questa riflessione .

Forse su Gustav Mahler mi si apre una sorta di vaso di Pandora delle mie emozioni . Per oggi finisco qui.