Dedicato a un ragazzo siciliano

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Potrei cominciare oggi dicendo come nelle fiabe  “c’era una volta” . C’era una volta e c’è stato per pochissimo tempo un teatro lirico rinato dalle ceneri dopo sessanta anni di vuoto . Il teatro delle Muse di Ancona fu parzialmete danneggiato  durante un bombardamento nel 1943. Un buco nel soffitto. ci entrarono i piccioni , la pioggia infradiciò i palchi e poi quando arrivarono i soldati marocchini usarono anche i velluti per farsi i turbanti ( ma questa forse è una leggenda metropolitana). Poi ci pensò l’uomo , o meglio la politica a lasciarlo marcire per decenni con progetti vari che diventavano sempre più costosi oltre che sbagliati. Poi quasi a furor di popolo alla fine degli anni novanta le cose cambiarono e infine come nelle novelle nell’ottobre del 2002 finalmente le Muse riaprirono le porte alla musica . Il teatro moderno non piacque a tutti , aveva ed ha vistosi problemi di acustica , gli spazi non ben distribuiti , ma c’era di nuovo il teatro nella città e per un decennio abbiamo avuto delle vere stagioni liriche , piccole magari , ma molto qualificate . Soprattutto grazie ad un direttore artistico , grande scopritore di talenti , sono passati di qui tantissimi giovani ed oggi è di uno di quellli che voglio parlare.

Il Teatro delle Muse

Il Teatro delle Muse

NEL 2011 fu messa in scena il Così fan tutte con due giovani Ferrando e  Guglielmo. Li incontrai a cena dopo lo spettacolo , giovanissimi e molto bravi il baritono Markus Werba lo riconobbi due anni dopo a Salisburgo quale fantastico Beckmesser nei Maestri cantori .

Invece il tenore Paolo Fanale lo avevo un po’ più perso di vista,poi lo ritrovai  marinaio a Milano nei  Troyens di Berlioz alla Scala , messaggero a Roma nell’Aida di Pappano ( ora anche nel disco ) e pochi giorni fa su FB in un frammento di prova delllo Stabat Mater  di Rossini da Parigi . Una voce piena , squillante ; bravissimo . Fra qualche settimana i due bravissimi cantanti saranno insieme ancora una volta con Mozart nel Flauto magico a Palermo. Se l’Italia non fosse così lunga mi piacerebbe andarli a sentire perché quando le giovani voci si fanno strada mi fa molto piacere e mi sento leggermente orgogliosa di averli sentiti ( e averne capito le potenzialità ) quando ancora i loro nomi non riempivano i teatri .

Non sono i soli nuovi nomi passati dal nostro teatro , diciamo così , nel decennio felice . Adesso in attesa che le cose cambino , perché c’è sempre la speranza che qualcuno che oggi conta possa ravvedersi oppure andare magari per premio a fare danni da qualche altra parte, il nostro teatro diciamo così eufemisticamente è in fase liricamente calante. Ecco perché ho voluto dedicare il mio blog a Paolo Fanale , un giovane tenore italiano che presto volerà , letteralmente , verso i prestigiosi lidi che merita. Magari in altra occasione parlerò anche di altri nomi affermati che sono passati  in questa piccola città . Il pezzo di oggi lo dedico a questo ragazzo siciliano , un Tamino notevole…e me lo ero perso , anche a Bologna la passata stagione.